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“Cambiare la PAC per un’agricoltura senza pesticidi e un sistema agroalimentare sostenibile”: la Coalizione #StopGlifosato scrive al ministro Martina. Dopo la recente decisione della regione Toscana di allinearsi a quella della Calabria, che ha eliminato il glifosato dai disciplinari dell’agricoltura integrata finanziati con il PSR, e dopo il successo che in tutta Europa sta raccogliendo l’iniziativa dei cittadini europei (ICE) che raccoglie firme contro il glifosato, la Coalizione italiana #StopGlifosato, ha chiesto al ministro Martina, con una lettera inviata lo scorso 6 marzo, che l’Italia si schieri nettamente a favore di una modifica dell’intera PAC. La Politica Agricola Comune della UE, infatti, nonostante utilizzi circa il 38% del bilancio comunitario pari a oltre 55 miliardi di euro all’anno, ha clamorosamente fallito la ricerca di soluzioni efficaci ai problemi che affliggono il settore agricolo, l’agroecosistema e la società rurale. Le promesse di realizzare una politica equa, verde e una necessaria semplificazione burocratica, fatte dall’ultima riforma non sono state mantenute. È ormai chiaro che l’attuale politica è inadeguata ad affrontare i problemi delle aziende agricole e non contribuirà a risolvere la crisi ambientale globale.

“Per quanto ci riguarda – ha detto Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle Coalizione – siamo infatti fermamente convinti che sia possibile agire da subito con scelte concrete. La decisione di eliminare il glifosato dai disciplinari di produzione contenuti nei diversi PSR delle Regioni potrebbe, ad esempio, essere assunta a livello nazionale dal PAN pesticidi”. I dati presentati recentemente nell’ambito della Rete Rurale Nazionale ci dicono, infatti, quanto sia assolutamente necessaria una revisione del PAN pesticidi considerato che, allo stato attuale, complessivamente nei PSR delle Regioni per le diverse misure ambientali (Misura 10 e Misura 11) s’investe molto di più nelle pratiche che fanno uso del glifosato, come l’agricoltura integrata e quella conservativa, rispetto a quanto s’investe nell’agricoltura biologica e nell’agricoltura biodinamica, due pratiche agronomiche che non utilizzano sostanze chimiche di sintesi. In moltissime regioni, sommando le diverse premialità, l’importo a ettaro risulta essere superiore per chi produce facendo uso di glifosato rispetto a chi produce in biologico e biodinamico. “Con la crisi strutturale ed economica e con l’affermarsi di nuove sfide sociali in Europa – ha detto Mammuccini – diventa ancora più importante assicurare che le risorse pubbliche investite nella PAC producano ricadute utili e positive per tutti i cittadini. È inammissibile oggi premiare con risorse pubbliche l’utilizzo di un principio attivo probabilmente cancerogeno per l’uomo, ed è a dir poco paradossale che tali premi siano in molti casi addirittura superiori rispetto a quelli a sostegno della “agricoltura biologica”.

È giunto il momento di dimostrare la volontà dell’Europa di salvaguardare il suo prezioso capitale naturale e la sua capacità di agire contro il cambiamento climatico nell’interesse generale dei cittadini, degli agricoltori e dell’ambiente. E l’Italia, con il suo patrimonio agroeconomico, deve fare la sua parte. La coalizione ha chiesto dunque a Martina di farsi portavoce di scelte che riguardano il futuro di tutti e che devono andare nella direzione di un sistema agroalimentare sostenibile nel suo complesso.