Il Gelso d’Oro è un Premio che il Comune di Cernusco sul Naviglio conferisce ai cittadini che hanno conferito lustro e importanza alla città grazie alla loro opera nei diversi campi dell’arte, dell’economia, della cultura, della solidarietà o dello sport e che rappresentano un esempio positivo per gli altri.
Tra i premiati quest’anno c’è anche Antonio Corbari, presidente di AIAB. La sua instancabile attività e poliedricità lo hanno reso un modello di cittadinanza generosa e partecipata tanto da meritare una delle onorificenze più importanti della città lombarda
Comincia nel lontano 1978 a occuparsi di biologico, da vero visionario. Solo con la nascita di Agrivita, nel 1987, e quindi con l’avvio della certificazione, diventa ufficialmente produttore bio. Antonio Corbari, assume presto incarichi di responsabilità nel settore e, oltre ad aver presieduto AIAB Lombardia nei suoi primi anni di vita, ha animato numerose iniziative cittadine volte alla diffusione e conoscenza del bio ed è stato formatore e consulente per tanti cittadini che si sono avventurati nell’agricoltura pulita, sin dai tempi in cui questa costituiva una visione ancora poco conosciuta e condivisa.
Corposa inoltre la sua attività nel volontariato: realizzazione di piccoli orti e insegnamento per i bambini della scuola elementare di Carugate e per i monaci dell’Abbazia di Chiaravalle; supporto concreto al lavoro agricolo in una zona molto povera dell’Albania, studio di rilancio dell’attività agricola in Senegal, insieme all’Ong ACRA e, in Centro America, all’interno di un progetto europeo per il supporto ai campesinos locali.
Tutto questo senza mai mollare la sua attività ‘sul campo’, che lo ha portato a realizzare una delle più importanti e rinomate aziende biologiche della Lombardia, dove sono state messe in atto molte pionieristiche innovazioni: dalla preparazione di piantine da orto con “pane di terra” anziché con “radice nuda”, all’uso della vangatrice anziché dell’aratro, fino all’installazione di impianti di irrigazione localizzata, importati da Israele, per il risparmio idrico.
Dal gennaio 2013 l’azienda viene affidata a tre giovani, che continuano l’attività di Antonio con lo stesso spirito e impegno, mentre lui, solo un anno dopo, nel 2014, nelle campagne di Abbiategrasso, dà vita alla società agricola Fraschina, formata da alcuni giovani poco più che ventenni, con l’obiettivo di dare avvio alle coltivazioni bio anche in quella zona.
Insomma, una fucina di idee, iniziative e passaggi di conoscenza. Perché l’agricoltura biologica non è solo un metodo, ma è una visione, una cultura, un modo di relazionarsi con la natura e in quanto tale non può essere tenuta solo per sé ma va trasmessa agli altri.
“Non è che l’agricoltura biologica significa solo non usare i pesticidi”, dice Corbari. “Bisogna anche riuscire ad assecondare la natura, intervenendo su di essa il minimo indispensabile, con leggerezza. La natura è in grado di difendersi da sola. Se in un ambiente c’è biodiversità, ci saranno anche insetti utili che predano quelli nocivi. Insomma, gli equilibri naturali vanno rispettati e ricreati. Questo è il vero orto biologico. Lo dico sempre ai miei allievi”.