Aboubakar Soumahoro insieme a tanti altri braccianti e lavoratori agricoli hanno scritto una lettera al Presidente Conte nella quale chiedono di uscire dall’invisibilità e garantire una filiera italiana del cibo sano ed etico. E AIAB li appoggia perché il rispetto della legalità e dei diritti dei lavoratori è una delle battaglie che portiamo avanti da sempre.
“Da troppo tempo – si legge nella lettera –  il nostro lavoro e quello dei contadini/agricoltori viene schiacciato sotto lo stesso rullo compressore della macchina costipatrice dei grandi monopoli. Da troppo tempo, la terra madre viene mortificata dalla bulimia del produttivismo sollecitata dall’ardita cupidigia dei giganti del cibo. Da troppo tempo, il consumatore viene tenuto all’oscuro dall’abbrutimento, dallo sfruttamento, dall’immiserimento e dall’ingiustizia che accompagna il cibo, ipotecandone la qualità etica, lungo la filiera agricola.
I braccianti chiedono al Presidente del Consiglio:

1. Un salario dignitoso con “Uguale Lavoro Uguale Salario”, per tutti noi, indipendentemente dalla provenienza geografica, per emanciparci dalla precarietà lavorativa,
2. Una regolarizzazione per uscire dall’invisibilità esistenziale,
3. Una possibilità di usufruire di alloggi decorosi per affrancarci dalla vulnerabilità sociale,
4. Un codice etico pubblico per garantire ai consumatori un cibo sano e per tutelare nostro lavoro e quello dei contadini/agricoltori.
sostenerli significa anche danneggiare direttamente chi fa concorrenza sleale agli agricoltori, servendosi di lavoro nero e delle forme peggiori di nuova schiavitù.

Per firmare e condividere la petizione che ha già raccolto circa 130.000 firme, vai a questo link