L’ennesimo colpo basso al biologico italiano, l’ennesima truffa ai danni di ignari consumatori, continua con nuovi sviluppi l’inchiesta “Vertical Bio” (iniziata ormai due anni fa) dei militari del Comando Provinciale di Pesaro e dei tecnici del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Nel corso delle ultime indagini sono emerse altre false certificazione di prodotti agricoli convenzionali venduti come biologici.

Denunciati soci e/o amministratori di società importatrici di merce che dal 2010 hanno immesso nel circuito del mercato biologico italiano ingenti quantitativi di granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all’alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino), provenienti sia da Paesi extra U.E. (Moldavia, Ucraina e Kazakhstan) che U.E. (Romania). Ben oltre 2.200 tonnellate di granaglie, falsamente certificate biologiche sono state sequestrate per un valore complessivo pari a circa 3 milioni di euro. 

Il gip del Tribunale di Pesaro, Dr. Raffaele Cormio, ha emesso nei confronti degli otto responsabili il provvedimento di sequestro preventivo per “equivalente”, di beni mobili ed immobili, (terreni, edifici, conti correnti ed autovetture) fino all’ammontare complessivo di oltre 26 milioni di euro, corrispondenti all’illecito profitto incassato dall’associazione per delinquere.

Purtroppo, truffe alimentari di questo genere accadono più spesso di quanto si pensi, quintali di prodotti che vengono fatti passare per delizie biologiche sottoposte a severi controlli ma che invece, aggirano ogni norma falsificando le etichette e utilizzando, spesso, pericolosi pesticidi, liquidi non commestibili o persino sostanze destinate all’alimentazione zootecnica (mangimi per animali). Frodi alimentari che, non solo fanno del male a chi consuma questi cibi ma anche a chi ci crede, ci lavora e sostiene il bio, quel biologico come alternativa come una vera e propria filosofia di vita.