aiab archivio

Di Vincenzo Vizioli. Pagamenti basati sui risultati ambientali, PAN pesticidi e aree protette, sono stati alcuni dei temi strategici affrontati nei sette tavoli di lavoro del Forum dei temi Agro – Climatico – Ambientali (ACA) promosso dalla Rete Rurale Nazionale e realizzato dal CREA in una due giorni di lavori il 28 e 29 marzo a Roma.

L’obiettivo è stato quello di verificare lo stato di attuazione nei PSR e condividere con tutti gli attori analisi, idee e proposte di lavoro per migliorare l’efficacia degli interventi ACA nello sviluppo rurale.

La prima constatazione da fare è che il risultato dell’entrata del mondo del biologico nella discussione della RRN, non è tanto rappresentato dalle due schede progetto per il bio, peraltro strappate con i denti e per la prima volta, sulle 53 proposte ma dal fatto che con la nostra presenza i temi del biologico non possono più essere tenuti fuori dal dibattito politico. Infatti, sia per i nostri interventi, sia per la bravura e l’onestà intellettuale dei coordinatori dei tavoli, il biologico ha avuto un ruolo importante nelle due giornate, essendo il vero strumento di contrasto ai cambiamenti climatici nonché l’approccio corretto per una diminuzione di impatto ambientale.
Insomma due giornate interessanti e proficue per il livello di analisi e di proposta emersi, anche grazie al lavoro preparatorio dei ricercatori CREA e ISMEA. Come grosso fattore limitante per il raggiungimento degli obbiettivi sono emersi soprattutto la farraginosa interpretazione dei PSR, che in quasi tutta Italia premiano l’integrato più del biologico, l’assenza di strategia per le aree protette, il fallimento delle misure sul partenariato per l’innovazione (Mis. 16). Insieme a questo però, ci sono proposte interessanti e costruttive, che necessitano anche di progetti pilota per dare ulteriori strumenti ai decisori politici.

La seconda constatazione è poi venuta dalla conclusione delle due giornate, terminate con una affollata tavola rotonda che, in parte, ci ha riportato con i piedi per terra. È stata certificata, infatti, la distanza tra il mondo della ricerca e le idee che provengono dal confronto diffuso e allargato con la “politica”, sintetizzata nella composizione di quei tavoli verdi, regionali e nazionali che per volontà delle associazioni di categoria, sono chiusi alla rappresentanza del biologico, avendo paura delle contraddizioni che questo porterebbe all’interno di un modello fallimentare, che per garantire interessi e rendite di posizione, frena l’innovazione e il cambiamento.
I risultati delle giornate, constatazioni meno felici comprese, aprono comunque un fronte di lavoro importante ma anche molto impegnativo, che ci deve vedere protagonisti, a partire da una immediata riflessione sulla nuova PAC.

Come coordinamento delle associazioni bio (AIAB, Federbio e Biodinamici) abbiamo deciso di affrontare questo passaggio rafforzando l’alleanza con le associazioni ambientaliste perché questo offre a tutti, noi e loro, una maggiore forza, lanciando un segnale forte su come si costruiscono le politiche agricolo ambientali.

Torna così di attualità la nostra campagna: “La PAC ci riguarda” perché è ora che la politica agricola, pagata dai contribuenti, non tenga i cittadini consumatori fuori dalla scelta di quale agricoltura va sostenuta in funzione di alimentazione, ambiente e futuro dei nostri territori. Maggiori informazioni le relazioni prodotte, potranno essere scaricati dal sito: www.reterurale.it/forumACA