“Vi scrivo per esprimere tutto il mio rammarico e rabbia per il risultato della votazione sulla nuova PAC, a cui i Parlamentari italiani hanno dato supporto anche per la pressione esercitata dal Governo. Quest’ultimo, tramite la Ministra Bellanova , ha sempre espresso posizioni di retroguardia sul Farm to Fork, rimanendo anche uno dei pochi Paesi che non ha avuto la capacità di scrivere il Piano strategico Nazionale”.
Lo scrive Vincenzo Vizioli del direttivo di AIAB e presidente di FIRAB, associazioni entrambe aderenti alla Coalizione #CambiamoAgricoltura, che più volte ha scritto contattato, cercato i parlamentari europei senza ottenere alcuna risposta.
Il 23 ottobre il Parlamento Europeo ha infatti approvato una proposta legislativa che regolerà la Politica Agricola Comunitaria (PAC) , frutto di un accordo dei gruppi di maggioranza che è stata una vera e propria doccia fredda su quanti confidavano in una svolta orientata alla sostenibilità.
La riforma era partita dalla Commissione con i migliori propositi: documenti di ampio respiro con aperture al cambiamento, attenzione alla sostenibilità del modello agricolo e l’esigenza di contrastare i cambiamenti climatici.
Il testo approvato dal Parlamento (quindi da coloro che dovrebbero rappresentare gli interessi dei cittadini) dimentica totalmente tutti i buoni propositi della Commissione e risponde invece unicamente alla chiamata dei rappresentanti del mondo agricolo che rivendicano premi a pioggia senza impegni verso l’ambiente, il clima, la salute dei territori e di cittadini. Infatti salta il principio di premi a risultato, ad impegno per obiettivi, perché il 60% dei premi sarà ancora a pioggia, per tutti, affermando che tutte le agricolture sono uguali sia che inquinino sia che realizzino prodotti sani e buoni per l’ambiente e la salute di chi li mangia. Si ignora così anche l’emergenza climatica, gli appelli dei tanti giovani e anche l’appello dei 3600 scienziati che hanno chiesto una PAC indirizzata alla sostenibilità.
Insomma, i buoni propositi cancellati in un attimo, insieme alle speranze di tanti cittadini.
“Non avendo idee su come utilizzare i fondi europei – continua Vizioli – la ministra Bellanova si è fatta dettare le posizioni dalle Associazioni di Categoria che se prima avevano la lungimiranza di guardare fino ai loro piedi, oggi si volgono a guardare il tacco delle loro scarpe. Con loro a guardare indietro c’è anche il Governo italiano”.
“Qui però – scrive Vizioli – la cosa è oltremodo più grave perché tutta la discussione era partita da una consultazione dei cittadini europei che avevano risposto in massa e, cosa nuova, con una partecipazione significativa dell’Italia che si posizionava numericamente dopo la Germania e quasi al pari della Francia. Questo mi fa supporre che ciò che hanno chiesto i cittadini europei voi lo sappiate molto bene. Peccato che avete votato l’esatto contrario”.
Come sempre a decidere sull’agricoltura, e quindi sull’utilizzo di un terzo del bilancio UE per definire quale cibo, quale ambiente, quale salute, quale biodiversità per il futuro, è un manipolo di lobbies, mentre i cittadini europei che pagano con le proprie tasse il bilancio europeo, rimangono esclusi. Nessuno infatti ha mai ascoltato né la coalizione #CambiamoAgricoltura, né tantomeno le associazioni del bio che “la ministra, da quando è in carica, non si è mai degnata di ricevere partecipando però a tutte le iniziative che del cambiamento avevano e hanno estrema paura ma che probabilmente portano più voti di noi a un partito in grande affanno”.
“A questo punto – conclude Vizioli – rimane solo la speranza che la Commissione cancelli lo scempio fatto, visto che con la blindatura dei Governi è venuta meno la democrazia parlamentare”.
AIAB, che è anche membro del Coordinamento europeo di Via Campesina, comunque ringrazia quei pochi parlamentari che si sono distinti dai dictat di partito, mantenendo coerenza e attenzione per il necessario cambiamento dell’agricoltura.

Qui la versione integrale della lettera inviata agli auroparlamentari italiani