La petizione e la mobilitazione contro il lunch box ha sortito gli effetti desiderati: le monoporzioni a scuola non ci saranno, se non come estrema ratio. Tutti quei Comuni, associazioni e altri soggetti che per mesi hanno lavorato per studiare un modo per garantire la qualità del cibo insieme alla sostenibilità del servizio con soluzioni che non contemplano il pasto plastificato, tirano un sospiro di sollievo. Lo chiarisce il Comitato Tecnico Scientifico che, su richiesta del Ministero dell’Istruzione, fornisce ulteriori specificazioni circa le misure di protezione da adottare per garantire lo svolgimento dell’attività scolastica da settembre.
Di seguito lo stralcio del verbale del Comitato Tecnico Scientifico relativamente al consumo di pasti a scuola: “Si precisa che l’indicazione del comitato tecnico scientifico relativa alla fornitura del pasto in lunch box per il consumo in classe rappresenta una misura proposta da attuarsi qualora le modalità di fruizione tradizionale (in refettorio) non permettano di rispettare i criteri di prevenzione citati. Tale proposta rappresenta infatti una soluzione organizzativa residuale di fruizione del pasto qualora il numero di alunni e la capienza dei refettori non consentano di garantire l’integrità delle procedure di consumo del pasto e di igienizzazione dell’ambiente entro un lasso temporale  compatibile con la didattica e le esigenze nutrizionali degli alunni. Relativamente al concetto di mono-porzione richiamato all’articolo 4 del ‘Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di covid-19’ sottoscritto dal Ministero dell’Istruzione e dalle organizzazioni sindacali, si ritiene possa essere riferito all’esigenza di garantire a ciascun alunno una porzionatura individuale del pasto. Per ogni eventuale ulteriore chiarimento si rimanda agli estensori del citato protocollo’.

Sul sito di Foodinsider, a questo link, tutti i dettagli e l’evoluzione della questione dei pasti scolastici.