Se gli ultimi due anni caratterizzati dagli effetti della pandemia e i recenti risvolti della guerra in Ucraina hanno rimesso al centro del dibattito politico la capacità di adattamento del nostro sistema agricolo e alimentare e l’attivazione di politiche e strumenti adeguati alla nuova situazione, il biologico rimane nel medio-lungo periodo una priorità per le politiche europee, nazionali e regionali. E questo anche in vista del raggiungimento del target del 25% di superficie agricola a coltivazioni biologiche, indicato nella strategia Farm to Fork, uno dei pilastri del New Green Deal, il piano decennale (al 2030) studiato per trasformare il sistema agro-alimentare di tutti i Paesi membri, rendendolo più equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

Del resto, l’agricoltura biologica in Veneto è una nicchia sempre più forte, con eccellenze a livello nazionale, e rappresenta una priorità per la salute dell’uomo e dell’ambiente. All’evento Veneto Biologico ospitato all’M9 e organizzato dalla Regione del Veneto e Università Ca’ Foscari Venezia, oltre un centinaio di operatori, enti e organizzazioni del settore sono tornati a confrontarsi e discutere, finalmente in presenza, sull’evoluzione di un settore chiave per il futuro dell’agricoltura, dell’ambiente e della salute, nella cornice di uno scenario internazionale delicato. Tra i relatori il Direttore PQAI, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Pietro Gasparri, Giorgio Trentin della Direzione Agroalimentare Regione del Veneto e il Direttore dell’Autorità di Gestione del PSR 2014-2020 per il Veneto Franco Contarin.

Agricoltura biologica in Veneto: i numeri del settore e il ruolo della Regione

A confermarlo sono i dati del settore: in 7 anni (2013 – 2020) sono qualche migliaio gli operatori che hanno scelto questo di convertire al bio la propria attività agricola, dal vitivinicolo all’ortofrutta, dalle grandi colture fino agli allevamenti, passando da 1.804 a 3.808. Nello stesso periodo gli ettari di superficie agricola destinati al bio sono triplicati, aumentando da 15.202 a 45.999 e si prevede un ulteriore incremento dell’estensione grazie alle nuove risorse europee stanziate dal Programma di Sviluppo Rurale gestito dalla Regione del Veneto.
Attraverso i fondi europei, nazionali e regionali, il PSR Veneto 2014 – 2020 ha finora sostenuto complessivamente 2.696 operatori biologici, pari all’11% di tutti i beneficiari del programma.
In 5 anni le risorse stanziate dalla Regione per la specifica misura per l’agricoltura biologica (Misura 11) sono passate dai 21,8 milioni di euro del 2015 ai 58,8 del 2021. Grazie a questo incremento è stato possibile attivare un nuovo bando PSR da 15 milioni di euro, attualmente aperto e che scadrà il 16 maggio.
Dal punto di vista dell’impatto, attraverso i bandi della Misura 11 attivati dal 2015 in poi, il PSR Veneto ha permesso la conversione al biologico di 296 imprese, un sostegno particolarmente significativo, tenuto conto che i produttori bio rappresentano il 4,5% di tutte le imprese agricole venete.Il PSR ha inoltre sostenuto pratiche biologiche su 11.256 ettari, pari al 24,5% della SAU biologica veneta, e ha sostenuto il 30% degli attuali produttori biologiciregionali (elaborazione su dati SINAB 2020).

Atlante dei modelli di business delle imprese del biologico: innovative, pronte  a fare rete e attente alla filiera

Che il settore biologico del Veneto sia un tassello sempre più importante dell’agroalimentare italiano di qualità si misura anche nella presenza di molte aziende leader della trasformazione e distribuzione e nella tipologia di produzioni ad alto valore aggiunto interessate dalle pratiche biologiche, come la viticoltura e le altre coltivazioni permanenti.

Nel corso dell’evento, sono stati presentati i risultati sullo studio l“Atlante dei modelli di business delle imprese del biologico” nato dalla convenzione tra la Regione del Veneto e l’Università Ca’ Foscari Venezia nel quadro del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto 2014-2020.

Si tratta di uno studio inedito sui modelli di business del biologico in Veneto, realizzato attraverso un disegno di ricerca qualitativo e in profondità basato sull’analisi di 30 casi aziendali di filiere e comparti diversi. Dagli ‘innovatori nascosti’ agli ‘innovatori pragmatici’, dai ‘leader di filiera’ ai ‘gregari’ e alle ‘imprese rinate’, l’Atlante fotografa le dinamiche, le performance e le strategie dei diversi modelli di impresa bio, offrendo uno spunto di dibattito per comprendere l’evoluzione del comparto, orientare le politiche pubbliche e indirizzarle verso i bisogni degli operatori.