Secondo il Decreto emanato dalla Regione Puglia dal 2 maggio è obbligatorio trattare nell’area infetta da Xylella e nelle zone cuscinetto con pesticidi pericolosi, dannosi per le api, la biodiversità e, in generale, compromettenti per le coltivazioni biologiche: 2 trattamenti in primavera-estate, 2 in autunno, per un totale di 4 irrorazioni di pesticidi. Intanto dalla Regione nessuno risponde alle domande e alle richieste di AIAB.
Oltre alle questioni tecniche già sollevate sul metodo inopportuno, perché a calendario, e sul danno provocato alle aziende biologiche obbligate a trattare con prodotti non conformi, emerge un’altra contraddizione molto rilevante.
L’Unione Europea, proprio in questi giorni, ha messo al bando 3 neonicotinoidi, classe di principi attivi devastanti per le api, che però figurano anche nell’elenco dei prodotti consigliati nel Decreto.
Inoltre ci sono ulteriori elementi che invitano a una riflessione più attenta, come la convocazione del tavolo tecnico da parte della città Metropolitana di Bari, per decidere il da farsi e, ci risulta, che la Regione Puglia abbia inoltrato al Ministero della Sanità una richiesta per l’uso di prodotti ammessi in bio.
“E’ indispensabile – dice Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB – che la Regione Puglia fornisca risposte certe alle questioni da noi poste e soprattutto inviti gli agricoltori a non effettuare trattamenti fino a una chiara definizione delle tante problematiche evidenziate e non risolte”
La confusione è poi alimentata anche dai venditori di fitofarmaci che diffondono notizie su obblighi e multe che, fino a un chiarimento definitivo, sono assolutamente inaccettabili. Anche perché è in corso un monitoraggio dell’Arif, strumento essenziale per ogni decisione tecnica soprattutto per le aree cuscinetto.
“Non vorremmo che un decreto così delicato abbia come unico risultato un insperato bonus per i piazzisti di pesticidi e un danno inestimabile all’ambiente” conclude Vizioli.
La presidente di AIAB Puglia, Patrizia Masiello conferma che la situazione è molto complessa. “Ci risulta che la Regione si stia muovendo per tutelare le aziende olivicole biologiche, puntando su prodotti ecocompatibili. Questo però non è abbastanza: vogliamo che vengano resi pubblici i dati dei rilievi effettuati dall’Arif Puglia, l’agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, e i risultati delle ricerche commissionate alle Facoltà di Agraria di Bari e Foggia. Un passaggio fondamentale per portare serenità e trasparenza nel settore”.
Bisogna poi trarre insegnamento dall’accaduto e richiedere al futuro Governo di affrontare seriamente le cause, legate anche all’aggiramento della normativa sui controlli dei servizi fitosanitari, tramite gli accordi bilaterali con paesi terzi. E’ noto che l’Olanda non fa entrare sul suo territorio un solo bulbo che non sia di sua produzione, ma i vivaisti olandesi commercializzano come olandesi piante prodotte per loro conto in paesi terzi, che non passano per l’Olanda ma arrivano direttamente, per esempio, in Italia che, proprio grazie agli accordi bilaterali li deve considerare dell’EU, conferendogli un visto di rispetto delle norme che, in realtà, non c’è.
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