La Puglia si sa è un territorio ricco di tradizioni secolari agricole oltre che di produzioni alimentari di eccellenza. Il vino biodinamico è tra questi: è nei territori pugliesi infatti che nasce la prima biocantina e precisamente a Trinitapoli in provincia di Foggia. Una terra a denominazione controllata (DOP) che produce dal 1930 il vino “Rosso di Cerignola” che ha visto la sua nascita grazie ad un importante processo di ristrutturazione e rinnovamento del patrimonio rurale e ambientale. Un artefice e responsabile di questa nascita è Giuseppe Giannattasio, responsabile di produzione della biocantina, che ha sviluppato la sua passione per l’uva ed i vitigni autoctoni, diventata poi un vero e proprio progetto imprenditoriale.
Ma come e perché si definisce un vino biologico?
In primis il vino per essere definito biologico deve rispettare un disciplinare, una serie di regole che vietano l’utilizzo di prodotti di sintesi chimica, solfiti, pesticidi orgafosforici. Questa tipologia di vino ha un processo di produzione completamente sostenibile: non ci sono lavorazioni di scarto. Le acque di lavaggio sono convogliate in vasche in-off e l’azienda incaricata provvede a scaricarle. I prodotti di lavorazione, cioè vinacce, fecce e raspi, sono utilizzate per la concimazione del suolo. A completare questo processo di produzione del “Rosso di Cerignola” è fondamentale che il terreno sia calcare sabbioso e a tratti argilloso.
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