Sessanta fotografie che raccontano storie significative, di forte impatto sociale: le storie di alcuni ragazzi con disabilità nel loro approcciarsi al mondo lavorativo, nel contesto dell’agricoltura biologica. È la nuova iniziativa proposta dal Bio-Distretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo con la mostra fotografica del progetto Photovoice: “Anche nel mio orto cresce l’insalata”, dal 7 al 17 dicembre allo SPAZIO MAD – chiostro dell’ex Chiesa della Maddalena di Bergamo (ingressi via Sant’Alessandro, 39d – via Borfuro, 15).
È, infatti, nota la “qualità” terapeutica del lavoro in campagna, la forza rigenerante del legame con la terra, soprattutto per alcune fasce del disagio e dello svantaggio. L’agricoltura sociale, specie quella biologica, anche in questa esperienza si conferma una pratica che sa unire tra loro due mondi, quello agricolo e quello sociale.
I protagonisti di questo progetto sono stati 11 studenti dell’ultimo anno degli Istituti agrari, alberghieri e dei professionali agricoli della nostra provincia, che sono stati accolti in alcune delle cooperative e aziende biosociali del Bio-Distretto, dove hanno potuto svolgere attività di alternanza scuola-lavoro, tra il mese di marzo e il mese di giugno di quest’anno. Si è trattata di un’esperienza impegnativa, sia per i ragazzi sia per le aziende: il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro per studenti che – giunti alla fase conclusiva della loro carriera scolastica – fanno i conti con un contesto non più “protetto”, risulta ben più arduo da affrontare di quanto non accada per gli studenti non disabili.
Inoltre il Bio-Distretto, in collaborazione con l’Università di Bergamo, ha dato loro la possibilità di esprimersi attraverso il mezzo fotografico: ai ragazzi sono stati consegnati una macchina fotografica ed è stato chiesto di “catturare” i momenti più significativi della loro esperienza lavorativa in totale autonomia. Nasce da qui il progetto “Photovoice”, attraverso la valorizzazione dell’espressione fotografica, che si ritiene – in alcuni contesti – essere una metodologia comunicativa più fruibile di qualsiasi altro tipo comunicazione.
Il Photovoice è un metodo di ricerca-azione partecipata che consiste nel far esprimere alcuni membri (“senza voce”, emarginati) della comunità attraverso la fotografia, strumento di espressione accessibile che oltrepassa le barriere linguistiche e culturali. Combinando questi lavori di fotografia documentaria con momenti di riflessione e discussione si sviluppa l’empowerment dei soggetti generalmente esclusi dai processi decisionali riguardanti la loro stessa vita e si crea un senso di comunità. Il loro punto di vista può, così, favorire una presa di coscienza dei problemi che affliggono la società e delle loro determinanti e diventare una leva per il cambiamento sociale.
Agli studenti disabili, partecipanti di un’effettiva attività di alternanza scuola/lavoro, è stata, dunque, data l’opportunità di documentare e comunicare gli aspetti importanti della loro esperienza (immortalando qualsiasi cosa ritenessero opportuna, piacevole o meno) e la possibilità di diventare promotori di cambiamento. Il frutto del loro lavoro è inaugurato il giorno 7 dicembre alle ore 17 presso lo SPAZIO MAD – chiostro dell’ex Chiesa della Maddalena, dove resterà esposto fino al 17 dicembre.
Oltre alla mostra, le giornate dal 7 al 17 dicembre saranno animate da diverse attività sociali, alle quali ha collaborato anche la cooperativa “La Terza Piuma”.
Per leggere il programma clicca qui oppure vai sul sito del del Bio-distretto: www.biodistrettobg.it – sezione eventi.
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