E’ allarme biodiversità per il territori del viterbese, secondo Ennio La Malfa dell’Accademia Kronos la particolare espansione dei noccioleti in atto nella provincia metterebbe a rischio la biodiversità e rischia di rendere i terreni chimico-dipendenti. Secondo La Malfa, la Regione Lazio dovrebbe obbligare chi compra terreni per impiantare noccioleti ad adottare solo sistemi di agricoltura biologica o metodi ecocompatibili, vietando del tutto erbicidi, pesticidi e fertilizzati chimici.
Negli ultimi periodi è scoppiata una vera e propria corsa all’acquisto degli ultimi terreni rimasti “liberi” che, tra l’altro tradizionalmente erano legati ad altre colture. Questa corsa è dovuta ad un aumento abnorme del costo delle nocciole (circa 500,00€ a quintale), una cifra impensabile fino ad un anno fa, ed imputabile a terreni edificabili. L’aumento del prezzo delle nocciole secondo molti è dovuto a due fattori: l’entrata di diverse aziende italiane nei mercati esteri come la Cina e di conseguenza la necessità sempre più alta di avere materie prime ma anche un profondo cambiamento climatico che sta portando al massimo stress le piante da frutto di tutto il Mediterraneo.
Il pensiero di La Malfa è molto chiaro: “La biodiversità – sottolinea – è alla base della vita sul nostro pianeta e nel mondo agricolo è sinonimo di suoli sani e fertili. I vecchi agricoltori che amavano la loro terra alternavano anno dopo anno colture di foraggio, come l’erba medica, a grano o altre graminacee e lungo i filari delle viti o degli olivi alternavano coltivazioni di leguminose, trifoglio ed altre essenze capaci di ripristinare naturalmente il carico nutrizionale dei terreni. I fertilizzanti erano solo stabbio animale maturato, cenere ed altre sostanze organiche naturali, come antiparassitario si usava la poltiglia bordolese, usata già dagli antichi romani. Quei terreni così trattati sono rimasti produttivi per secoli e secoli. La monocoltura – dice ancora La Malfa – ha invece impoverito i terreni di sostanze minerali essenziali per lo sviluppo delle piante fino a portarli alla sterilità”.
“L’esigenza” di usare concimi chimici sta trasformando i terreni rendendoli chimico-dipendenti e se dopo anni di prodotti di sintesi, i terreni non venissero più concimati chimicamente, finirebbero in breve tempo per trasformarsi in deserto. Il pericolo maggiore ora è che buona parte della campagna viterbese finisca per diventare chimico-dipendente con tutti i rischi non solo per la fertilità naturale dei terreni, ma soprattutto per la salute dei cittadini.
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