L’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE sul biologico, che avrebbe dovuto avvenire il 1° gennaio 2021, slitta al 2022. Una notizia positiva, cui si aggiunge il fatto che fino al 27 novembre sono aperte le consultazioni pubbliche sul Piano di Azione Europeo.
“Una decisione su cui contavamo – dice Antonio Corbari, presidente di AIAB – che concede il necessario tempo a tutto il settore per organizzarsi e soprattutto agli Stati membri e alla Commissione per portare a termine il corposo lavoro di definizione degli atti delegati, garantendo la qualità delle future regole del biologico nonché una loro migliore applicabilità”.
Il regolamento infatti, per divenire attuativo, necessita l’adozione di diversi atti delegati per la specifica delle regole tecniche sulla produzione biologica, la certificazione di gruppo, il sistema di controllo e molto altro. Nonostante l’intenso lavoro della Commissione e degli Stati membri, molti di questi documenti tecnici devono ancora essere discussi con gli Stati membri.
Dall’altro lato l’attivazione della consultazione sul Nuovo Piano d’Azione Europeo per il Biologico dà maggiore concretezza alle ambizioni del Farm to Fork.
Secondo Jan Plagge, Presidente di IFOAM Organics Europe, “un nuovo Piano d’azione dell’UE per l’agricoltura biologica è fondamentale per rendere l’Europa più biologica. Il nuovo piano d’azione dovrà essere all’altezza delle strategie Biodiversità e Farm to Fork per raggiungere il 25% di SAU bio entro il 2030, con obiettivi razionali e progressivi, un budget adeguato e una reale influenza sui piani strategici nazionali della PAC”. Una visione sulla quale AIAB si trova totalmente d’accordo ed invita il Ministero Italiano a entrare in scia e finalmente correre quanto il bio italiano.
“Accogliamo con favore – ha detto ancora Plagge – i piani della Commissione di stanziare un budget di 40 milioni di euro per l’agricoltura biologica nell’ambito della politica di promozione nel 2021. Questo tipo di passi concreti è ciò di cui abbiamo bisogno per stimolare la domanda e sensibilizzare l’opinione pubblica sui benefici della produzione biologica “.
Ora la palla è nelle mani del Parlamento europeo che auspicabilmente accetterà questa proposta senza indugio e con procedura semplificata.
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