Anche gli Stati Uniti hanno deciso di fare qualcosa di concreto per mitigare lo sterminio sempre più rapido che interessa ormai da tempo le colonie di api: l’EPA (l’Agenzia americana che si occupa di Protezione Ambientale) ha proposto una legge, appena pubblicata nel Registro Federale, che mira a creare una zona temporanea esente dall’uso dei pesticidi al fine di proteggere le api usate per il commercio, così fondamentali per la produzione di cibo. Si pensi, infatti, che le piante impollinate dalle api producono approssimativamente un quarto del cibo consumato dagli Americani.
Nel periodo che va da Aprile 2014 a Aprile 2015 si è assistito a una perdita pari al 42,1% delle colonie di api addomesticate, circa 8 punti percentuali in più di quanto si è osservato nell’anno precedente. L’USDA (il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti) considera questa perdita la seconda più elevata riduzione annuale avvenuta fino ad ora.
La legge mira a salvaguardare le api dall’applicazione fogliare (che avviene direttamente sulla pianta) dei pesticidi che esercitano su di esse “un’ azione tossica acuta”, considerando che questo tipo di applicazione avviene proprio durante la fioritura di certe piante, quando le api produttrici di miele vengono utilizzate per l’impollinazione delle colture. Sono 76 gli ingredienti attivi usati nei pesticidi che la legge proibisce di utilizzare: tra questi, i tanto rinomati neonicotinoidi.
Secondo l’EPA, gli apicoltori (soliti a spostarsi da una parte all’altra del mondo con le arnie per favorire il processo di impollinazione) hanno registrato, nel 2014, a seguito dell’erogazione dei pesticidi, una serie di effetti avversi su circa 20.000 colonie di api impollinatrici di mandorli e un notevole ridimensionamento di circa 2.000 colonie di api impollinatrici di mirtilli.
Gli apicoltori, diversi gruppi di ambientalisti e alcuni scienziati hanno manifestato le proprie preoccupazioni affermando che i neonicotinoidi spruzzati sulle colture agricole, come quelle di mais, sui prati e nei giardini, possiedono un potere altamente nocivo per le api. I colossi aziendali produttori di questa classe di pesticidi, che ne difendono ostinatamente il commercio proficuo, attribuiscono le cause di questi effetti nocivi ad altri fattori, come, per esempio, alle infestazioni di acari.
Di fronte a questa proposta di legge, la Casabianca ha deciso di impegnarsi per approfondire la questione costituendo appositamente un’unità operativa, mentre l’EPA continuerà a condurre studi di valutazione del “rischio chimico associato a queste sostanze nei confronti delle le api”.
Purtroppo, però, questo testo di legge trascura che anche i neonicotinoidi impiegati per i semi, prima che questi vengano piantati, sono pericolosi per le api poichè persistono nell’ambiente per diverso tempo (in questo caso si parla di “effetto tossico a lungo termine”). A questo proposito, Lori Ann Burd, Direttore esperto in Salute Ambientale presso il Centro delle Diversità Biologica esprime la sua idea:“L’EPA ha bisogno di fare il passo successivo mettendo al bando i semi avvelenati”. E sarebbe il caso di aggiungere: anche vietando l’utilizzo dei pesticidi sulle sementi.
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