Dopo soli 3 anni dalla sua costituzione, BioAs, l’associazione di bioagricoltura sociale, promossa da Aiab, casa dei Diritti sociali – focus, Biodistretto sociale di Bergamo e dalla Rete fattorie Sociali Sicilia, è già presente in 11 regioni e ha già attive ben cinque sezioni regionali (Lombardia, Lazio, Sicilia, Puglia e Sardegna).
Sono questi i numeri principali che sono stati presentati all’assemblea nazionale che si è svolta venerdì scorso, 30 aprile
Per Salvatore Cacciola, presidente di BioAs: “la scommessa di rispondere al bisogno di aggregazione e di rappresentanza del variegato mondo di chi pratica agricoltura biologica e sociale in Italia è stata ampiamente vinta e l’opzione del biologico e dell’agro-ecologia è la giusta la cornice di valore per promuovere un’economia sociale e trasformativa.
Ora c’è da pensare al prossimo futuro che pone nuove e impegnative sfide. Prima fra tutte la costruzione di un nuovo welfare, rigenerativo e di comunità. La scelta di sostenere il disegno di legge sui budget di salute ne è una naturale conseguenza.
“Soprattutto in questo periodo di pandemie – ha detto Giuseppe Romano, presidente di AIAB – è emersa con forza l’importanza strategica dell’agricoltura e la necessità di rivalutare le aree rurali e le comunità locali anche come luoghi di integrazione delle fragilità.
Una cosa per noi di AIAB è certa: non si può lasciare indietro nessuno, soprattutto nei periodi più difficili e l’agricoltura sociale è una delle strade che dobbiamo percorrere per integrare le persone con disagi di vario tipo all’interno dei processi produttivi.
I risultati positivi di BioAs lo confermano. Per questo faremo in modo che venga accreditata nel Piano Strategico Nazionale”.
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