Circa due settimane fa si sono incontrati a Milano quarantadue tavoli di lavoro, “l’Expo delle idee”, fortemente voluti dal Governo per abbozzare quella che diventerà “la carta di Milano”. E’ balzato sotto gli occhi di tutti che, nessun tavolo fosse stato dedicato all’agricoltura biologica, né a sua “cugina”, l’agricoltura biodinamica.
Un vero e proprio “boccone amaro” per un settore, che cresce di anno in anno e che vale il 10% del pil contadino italiano. Cosi a meno di un mese dal grande evento Expo a gran richiesta si è creato un “parco della biodiversità” (Biodiversity Park) un cluster (area tematica) presente all’interno della fiera. Questo parco nasce dalla collaborazione tra BolognaFiere e Expo 2015 S.p.A. e con la partecipazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Un grande parco che si estende su una superficie di 8.500 metri quadri, un’area dedicata alla biodiversità, con al suo interno un teatro e due padiglioni, quello del biologico e quello dedicato alla Mostra delle Biodiversità. Con un scopo ben preciso: valorizzare le eccellenze italiane ambientali, agricole e agroalimentari attraverso un percorso che racconta l’evoluzione e la salvaguardia della biodiversità agraria.
Un parco però che stride fortemente con il sentire comune degli addetti ai lavori del settore biologico italiano, che hanno più volte interpellato il Ministro dell’Agricoltura Martina, per avere un incontro e poter discutere sull’insediamento di una commissione specifica sul biologico e biodinamico, la destinazione puntuale dei fondi e il sostegno per la formazione e la ricerca nel settore.
Secondo i regolamenti della commissione europea, il 30% dei fondi di sostegno all’agricoltura devono essere destinati a biologico e biodinamico. Ma, secondo le associazioni biologiche in Italia la norma rischia di essere aggirata e le risorse annacquate in quelle trasferite al convenzionale.
Expo a parte, la questione “biologico italiano” rimane ancora viva e più che mai importante.
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