Mentre l’Europa punta fortemente sulla conversione al biologico con il Green Deal e le strategie di attuazione Farm to Fork e Biodiversità, che hanno l’obiettivo ambizioso di triplicare le superfici agricole coltivate a biologico e ridurre l’uso dei pesticidi e degli antibiotici del 50% entro il 2030, arriva Syngenta, multinazionale cinese produttrice di agrofarmaci a sferrare un altro colpo a uno dei nostri settori di eccellenza, accusandolo addirittura di essere colpevole della fame nel mondo.
Secondo Erik Fyrwald, Ad del colosso agrochimico, infatti, di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale provocata dalla guerra in Ucraina, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori.
L’Italia conta oltre 80.000 imprese certificate e più di due milioni di ettari di superficie agricola coltivata o in conversione al biologico, il 16% della superficie agricola totale. E’ un punto di riferimento europeo e mondiale non solo per la produzione ma anche per la trasformazione e l’esportazione, con quasi 7 miliardi di euro di fatturato complessivo.
Il biologico è un settore che continua a crescere a ritmi decisamente elevati sia come consumi sia come produzione, anche perché attrae imprenditoria giovanile e investimenti generando nuova occupazione e inserendosi perfettamente in un’economia sempre più circolare e pulita. Sarà per questo che tutti cercano di attaccarlo.
“La guerra in Ucraina – dice Giuseppe Romano presidente di AIAB – non può essere la scusa per fare clamorosi passi indietro sul fronte della produzione agricola essendo questa uno dei fattori da cui passa e passerà sempre più velocemente la transizione verso un’economia più sostenibile che tutto il mondo chiede. Nessuno otterrebbe vantaggi da una simile retromarcia”.
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