“Ci siamo battuti – dice Giuseppe Romano, presidente di AIAB – affinché le aziende fossero sostenute in caso di danno. Nel maggio scorso abbiamo redatto, insieme all’Ordine degli Agronomi e Forestali della provincia di Roma (Odaf) e alla Federazione Dottori in Scienze della Protezione Aninale (Fidspa), un documento nel quale , oltre ad esprimere forti preoccupazioni, proponevamo al ministero della Salute e a quello dell’Agricoltura, l’adozione di misure di tutela, soprattutto nei confronti degli allevamenti allevamenti estensivi, bradi o semi bradi quelli cioè che allevano secondo natura, più attenti e rispettosi del benessere animale come quelli biologici”.
Il decreto, come si legge sul sito del ministero, è finalizzato a sostenere le imprese della filiera suinicola che hanno subito danni indiretti per l’applicazione di misure di prevenzione, eradicazione e contenimento dell’epidemia di peste suina africana (PSA) e dal blocco delle esportazioni dei prodotti trasformati, a partire dal 13 gennaio 2022 sino al 30 giugno 2022 e che siano ubicate in comuni assoggettati a restrizioni sanitarie.
Il 60% delle risorse è destinato alle PMI della produzione agricola e il 40% alle imprese del settore della macellazione e trasformazione.
Obiettivo è quello di sostenere gli imprenditori coinvolti e far fronte alla crisi derivante dalle misure di eradicazione, dal fermo di impresa, dalla impossibilità di commercializzare il prodotto secondo i normali canali commerciali, dal blocco delle esportazioni e dalle altre tipologie di danno indiretto.
In particolare possono beneficiare del sostegno le piccole e medie imprese della produzione primaria e le imprese dei settori della macellazione, trasformazione di carni suine, colpite dalle restrizioni sulla movimentazione degli animali e sulla commercializzazione dei prodotti derivati, ubicati nei comuni assoggettati a restrizioni sanitarie indicati nel decreto, quelle che nel 2021 hanno utilizzato suini o carni suine provenienti dalle Regioni interessate dal provvedimento e quelle che nel 2021 hanno esportato carni suine o prodotti trasformati in Paesi extraeuropei in cui è risultato impossibile esportare totalmente o parzialmente i salumi dall’Italia nel periodo in esame.
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