Un nuovo studio sugli impatti ambientali della produzione di carne, ci dice che quella finta è peggiore di quella vera allevata al pascolo. Un articolo pubblicato su Ruminantia, ne parla in modo approfondito facendo una sintesi efficace dei punti salienti dello studio.
Su questo fronte, c’è da segnalare l’impegno di Firab che sta lavorando su due progetti di cui un Life per la valorizzazione della carne da allevamento estensivo a pascolo brado (quasi sempre bio) in siti Natura 2000, ovvero aree protette.
Molto importante per il progetto sono le campagne di sensibilizzazione verso i consumatori, come quella fatta a Casale Podere Rosa, che ha un GAS e un mercatino di produttori bio.
Ma, soprattutto, la necessità di favorire, tramite Grace, un percorso di cooperazione tra i soggetti della filiera zootecnica per allevamento estensivo in aree naturali, seminaturali in siti Natura2000 per una conservazione dinamica di habitat in siti N2000 e mantenimento di razze autoctone attraverso una riqualificazione e valorizzazione del ruolo della zootecnia estensiva nel gestire e tutelare tali ecosistemi pascolivi.
Se ne è parlato recentemente a Formia, nel primo World Cafè dell’anno del progetto Life Grace (GRAsslands Conservation Efforts through usage), che intende conservare le praterie attraverso il pascolo, coordinato da ARSIAL – Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio e partner, oltre a FIRAB – Fondazione Italiana di Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica, Comunità Ambiente srl, Università di Roma “La Sapienza” – Dipartimento di Biologia e Green Factor srl.
A questo link una sintesi dell’incontro
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