La scienza contemporanea dibatte spesso sull’agricoltura biologica sulla sua applicazione e sul confronto con quella tradizionale, ad Oxford, alcuni giorni fa si sono svolti due incontri distinti due conferenze sull’agricoltura con visioni completamente opposte che la dice lunga sugli interessi in campo.
Da un lato vi è Lord Krebs, portavoce dell’agricoltura tradizionale, che ha usato la Conferenza sull’Agricoltura di Oxford, (OFC il 6/7/8 gennaio), per “attaccare” il sistema dell’agricoltura biologica, in contemporanea, ha avuto luogo la sesta edizione della Conferenza sulla vera agricoltura (ORFC), che aveva il fine di mostrare una via più pulita, più verde e sana per il futuro.
Due visioni inconciliabili, quelle dell’agricoltura biologica e di quella tradizionale, è dell’anno scorso la pubblicazione di una ricerca che ha raggruppato i risultati di ben 343 studi e che metteva a confronto i livelli di antiossidanti, metalli pesanti e pesticidi presenti nel cibo biologico e non. Un team di scienziati dell’Università di Newcastle ha così dimostrato come e vi siano sostanziali differenze nel cibo biologico e non, quello biologico ha tra il 18% e il 69% in più di antiossidanti benefici e il 48% in meno di cadmio, un metallo tossico.
Anche sul fronte della produttività ci sono enormi differenze: un campo di agricoltura biologica non è da meno di uno coltivato in modo convenzionale. Secondo recenti studi condotti a livello globale, la differenza si aggira intorno all’8-9%, percentuale questa, facilmente recuperabile adottando nuove ed efficaci tecniche per migliorare la produzione biologica. Addirittura, per quanto riguarda la produzione di avena, fagioli, piselli, lenticchie e pomodori, la produzione è risultata maggiore nei campi biologici.
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