AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e FederBio esprimono grande delusione poiché le richieste del mondo biologico non sono state accolte nel parere sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e resilienza) espresso dalle Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato.

Nell’audizione della Commissione agricoltura della Camera, le associazioni del bio avevano infatti sottolineato che nel capitolo dedicato all’agricoltura sostenibile del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il biologico non veniva mai citato, così come le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” approvate dalla Commissione Europea.

In quel contesto le associazioni avevano proposto che questa lacuna venisse colmata inserendo all’interno della Missione 2 (“Rivoluzione verde e transizione ecologica”), nella linea di azione “Agricoltura sostenibile”, interventi diretti a promuovere lo sviluppo dei distretti biologici e delle filiere di “Made in Italy Bio”, con priorità nelle aree interne e nelle zone naturali protette, oltre ad un incremento delle risorse.

Erano stati inoltre richiesti investimenti in ricerca e innovazione per il settore, una maggiore spinta verso la digitalizzazione e una fiscalità finalizzata ad agevolare le attività, i prodotti e i servizi che hanno un impatto positivo sull’ambiente.

Nella linea di azione “Agricoltura sostenibile” le Commissioni di Camera e Senato hanno inserito molte integrazioni come lo sviluppo del biometano agricolo, il rinnovo del parco mezzi circolanti e dei macchinari, l’agricoltura di precisione, la promozione dell’impiego della biomassa forestale italiana per la produzione di energia, la chimica verde e altre ancora. Per il biologico, invece, vi è stata solo una timida e marginale citazione nella parte dedicata al recupero di terre incolte.

L’unico elemento positivo è l’inserimento – avvenuto su proposta del Senatore De Bonis all’interno del parere espresso dalla Commissione Agricoltura del Senato sulla Missione 6 (Salute) nella componente “Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria” – del potenziamento dell’agricoltura biologica come strumento di prevenzione sanitaria che rappresenta un approccio innovativo e di grande rilevanza sul tema salute.

“Siamo veramente delusi. Oltre a non fare alcun riferimento alle strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030” è davvero incredibile che, alla vigilia dell’approvazione del Piano d’azione europeo per il settore del biologico, il nostro Paese invii in Ue un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che per la transizione ecologica non preveda investimenti strategici per il bio. In questo modo, non solo ci stiamo allontanando dalle politiche green europee, ma rischiamo anche di non intercettare quelle risorse che vengono messe a disposizione per favorire il biologico, settore che vede il nostro Paese tra i leader.
Riteniamo davvero incomprensibile la ragione per la quale non si voglia investire per la conversione al biologico e per la promozione di distretti biologici, che rappresentano non solo un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela della biodiversità, ma anche un’opportunità concreta per l’occupazione delle donne, dei giovani e per il rilancio economico di tanti territori rurali a partire dal Mezzogiorno in piena coerenza con le priorità trasversali indicate nel Piano”, hanno commentato le tre Associazioni del biologico.