Il 10 dicembre è la Giornata dei diritti dell’uomo ma è anche la Giornata dei diritti degli animali. AIAB e FederBio uniscono le forze per denunciare un approccio al benessere animale nel Piano Strategico Nazionale a cui mancano etica e visione strategica.
Garantire il benessere animale oggi, in un Paese come l’Italia e dopo aver toccato con mano gli effetti di una gravissima pandemia, non può non contemplare il principio del One Welfare, riconoscendo che il benessere animale è strettamente legato a quello di persone, consumatori e operatori del settore e alla salute dell’ambiente. Non può sfuggire quello che emerge da tempo dai rapporti OCSE FAO: gli allevamenti intensivi sono destinati a crescere su scala globale nei prossimi dieci anni perché in grado di offrire al mercato proteine animali a basso costo.
L’alternativa a questa preoccupante prospettiva, secondo AIAB e FederBio, è la zootecnia biologica che prevede regole severe sullo spazio destinato agli animali, sulla loro cura con metodi omeopatici e fitoterapici e su una loro alimentazione a base di mangimi biologici e non OGM provenienti da filiere sostenibili. Nel migliore spirito del Farm to Fork, AIAB e FederBio si aspettano, dunque, che all’interno del Piano Strategico Nazionale si punti sulla zootecnia bio. Al momento, invece, si intende promuovere solo un sistema nazionale per il benessere animale che ha standard normativi e parametri tecnici decisamente inferiori a quelli europei della zootecnia biologica e che è stato fortemente contestato dalle principali organizzazioni che si occupano di etica nell’allevamento animale e ambientaliste.
Dati FAO ricordano che il 26% delle terre è occupato dagli allevamenti intensivi, dai campi destinati alla produzione dei mangimi e dagli impianti per la trasformazione e il confezionamento dei prodotti finiti e che il 18% delle emissioni di gas serra e arriva proprio dagli allevamenti intensivi.
Nel 2020, in una fase dolorosa del periodo pandemico, la Commissione, in un passaggio fondamentale del Farm to Fork, stigmatizzava la distruzione delle foreste per produrre alimenti non sostenibili. Tutto questo a livello italiano è stato cancellato e perso a favore dei parametri del sistema nazionale Classyfarm e, nonostante la necessità conclamata di diminuire la produzione e il consumo di carne industriale e la raccomandazione dell’Europa agli Stati membri per presentare politiche a tutela dell’ambiente e della biodiversità, la bozza di Piano Strategico Nazionale che il nostro Governo sta elaborando è totalmente inadeguata anche sul fronte del benessere animale.
Se la politica vuol dare un segnale forte è necessario compiere una scelta coraggiosa che punti sul biologico, dando atto, nella scrittura del Piano Strategico Nazionale, che il biologico si colloca sopra i parametri del Classyfarm e che per questo rappresenta l’unico metodo che rispetta davvero i diritti degli animali e il loro benessere. AIAB e FederBio fanno dunque appello al ministro dell’Agricoltura perché nel Piano Strategico Nazionale vengano inserite maggiori risorse a sostegno della zootecnia biologica che punta sul benessere degli animali e su criteri di allevamento appropriati con l’obiettivo di ottenere un cibo più salubre e di valore.
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