“Nessuno stupore se i dati sul bio sono in crescita ormai da oltre un decennio, se i cittadini consumatori hanno capito che quella è la strada da seguire e se il settore è ormai un consolidato comparto economico del nostro Paese”. Giuseppe Romano, presidente di AIAB, alla presentazione dei dati sul biologico al Sana di Bologna, non si stupisce che le esportazioni nel 2021 siano aumentate dell’11% rispetto al 2020, generando 2,9 miliardi di euro e posizionando l’Italia al secondo posto nel mondo dopo gli USA e che le vendite sul mercato interno – considerando tutti i canali – siano aumentate del 5% rispetto allo scorso anno raggiungendo i 4,6 miliardi di euro e che siamo il primo paese in Europa per numero di operatori (81.731).
Altri dati provenienti dal Rapporto Coop 2021 – Economia, consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani (pubblicati il 7 settembre) ci dicono che nei prossimi dieci anni il cibo sarà sempre più biologico per il 47% dei consumatori italiani a fronte di un 14% degli intervistati che continuerà a preferire il convenzionale. Una vera e propria battuta d’arresto per i prodotti ottenuti con coltivazioni ad alto utilizzo di input che impattano sull’ambiente.
Secondo il Rapporto Coop, 1 italiano su 2, in periodo di pandemia ha cambiato le proprie abitudini alimentari prestando maggiore attenzione alla sostenibilità dei metodi produttivi: ben l’88% dei consumatori associa al cibo il concetto di sostenibilità, per il 33% questo significa un metodo di produzione rispettoso dell’ambiente, per un altro 33% attenzione agli imballaggi, per il 21% è sinonimo di origine e filiera e per il 9% di responsabilità etica.
Il terreno sembra davvero pronto per il salto che dovrà fare la produzione agroalimentare nel futuro, tanto che, sempre secondo il Rapporto Coop, la stragrande maggioranza degli italiani – l’83% – si dichiara disposto a spendere di più pur di acquistare prodotti con qualità certificata.
Mentre matura ulteriormente la scelta dei consumatori e il settore si afferma come trainante per l’agroalimentare italiano i dati forniti dall’Osservatorio Sana a cura di Nomisma segnano in dieci anni un +133% sul mercato interno e un +156% sull’export. Le scelte europee intanto indicano che il bio è il vero settore trainante della transizione ecologica e che dobbiamo passare dal 15% al 25% di superficie coltivata entro il 2030.
“Per accompagnare questi trend è necessario che la crescita delle produzioni agricole bio avvenga in parallelo a quella dei consumi. Il nostro Paese fissi quindi nel proprio Piano Strategico Nazionale un obiettivo più alto della proposta europea: al 30% di superficie agricola coltivata a biologico entro il 2027 e sostenga questa crescita con le risorse necessarie”.
Qui il Report con tutti i dati sul biologico aggiornati presentati oggi al Sana
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