Non possiamo che esprimere soddisfazione per la fine di un periodo difficile per l’agricoltura italiana segnato da una grande ambiguità sui temi degli Ogm e delle Nbt e da una politica che ha praticamente ignorato l’importanza del comparto della produzione biologica che rappresenta un volano di grande crescita economica per il Paese.
AIAB, saluta così i nuovi ministeri dell’Agricoltura e della Transizione Ecologica che devono essere visti come complementari per raccogliere le sfide che ci chiede non solo l’Europa ma l’intero pianeta.
Come AIAB non possiamo che augurarci che il nuovo ministro Stefano Patuanelli sostenga la crescita del bio per farci arrivare entro il 2030 agli obiettivi del Farm to Fork ma senza cedimenti sulle regole, sui prezzi e quindi sulla sostenibilità ambientale, economica, etica, sociale che rappresenta la base valoriale dell’agricoltura biologica.
Auspichiamo che l’Agricoltura Biologica sia il fulcro del settore agricolo nella politica del MIPAAF e il perno per la realizzazione della transizione ecologica.
Evidenziamo come prioritario investire sulla ricerca indipendente, tassello essenziale per far crescere il comparto ed in modo costate nel tempo.
Il recente bando per la ricerca sta naufragando nella burocrazia e nelle progressive interpretazioni, evidenziando ancora una volta la mancanza di visione della precedente gestione.
In Europa il neo ministro si troverà ad affrontare sfide improntati, la nuova PAC per ora deludente verso l’agricoltura biologica e la sostenibilità del comparto agricolo necessiterà di attente riflessioni, e la redazione del Piano Strategico Nazionale non potrà non vedere il biologico protagonista. Sempre nel contesto europeo sono in discussione gli atti delegati del nuovo Regolamento sul bio (Reg CE 848/2018), si sta quindi delineando il futuro della produzione del settore ed è necessario che l’Italia sia protagonista del processo per non far trovare in difficoltà i propri operatori.
Non da ultimo AIAB ha lanciato una riflessione sul Decreto ministeriale sulle contaminazioni accidentali (Dm 309/11), argomento delicato e strategico per cui è necessaria un forte consapevolezza politica e visione strategica del settore.
Un passo importante è stato fatto con l’approvazione in Senato della legge sul bio che era bloccata da due anni e che ci auguriamo venga approvata presto, ma questo non ci mette al riparo da inciampi e dalla necessità di migliorarne alcuni contenuti.
E’ un vero peccato che la principale novità del Governo Draghi, il nuovo ministero della Transizione ecologica, non sia stato denominato della Transizione “Agro-ecologica” perché i metodi produttivi dell’agricoltura e della zootecnia non sono certo secondari al cambio di paradigma necessario per contrastare i cambiamenti climatici.
La pandemia che stiamo vivendo è la dimostrazione di quanto il mondo sia diventato “piccolo” e di quanto le cause e le conseguenze dei grandi cambiamenti siano interconnessi. E’ impensabile quindi spacchettare e suddividere le competenze secondo logiche ormai superate. La transizione ecologica non può dunque fermarsi alla rottamazione delle vecchie auto o a qualche riconversione industriale, ma deve necessariamente tener conto di come si consuma e si produce il cibo. Per questo ci auguriamo che tra i due ministeri il confronto e il dialogo rimanga sempre aperto. Allo stesso tempo, ci auguriamo di poter collaborare, in qualità di rappresentanti del sistema biologico italiano, con entrambi.
Insomma, le sfide sono tante e non di poco conto. Siamo certi che i nuovi ministri ne capiscano la portata e che abbiano voglia di raccoglierle puntando sul biologico italiano. Noi di AIAB, come sempre, ci saremo.
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