Nonostante il grande ammontare di risorse europee investite in agricoltura le emissioni di gas serra non si sono ridotte da oltre 10 anni a questa parte. E questo anche a fronte del grande investimento europeo per mitigare i cambiamenti climatici che ammonta a più di 100 miliardi di euro, un quarto di tutta la spesa agricola UE nel 2014-2020.
La Corte dei Conti europea ha pubblicato l’annuale rapporto “PAC e Clima” dal quale si evince chiaramente quello che AIAB dice da tempo: “la Pac non incentiva l’adozione di pratiche efficaci rispettose dell’ambiente e non applica alle emissioni di gas a effetto serra del settore agricolo il principio secondo il quale ‘chi inquina paga’”.
“Lo stesso monito – ricorda Giuseppe Romano, presidente di AIAB – era arrivato dalla Corte dei Conti un anno fa in materia di biodiversità, evidenziando una PAC poco efficace nel raggiungere gli obiettivi che l’Europa si è data. Sappiamo bene che la strada per arrivare all’obiettivo europeo della neutralità climatica entro il 2050 è quella di incentivare l’agricoltura bio, ma il timore è che il messaggio venga strumentalizzato e vengano prese pericolose scorciatoie”.
Dal documento della Corte dei Conti si evince infatti che nei casi in cui il bio ha sostituito colture marginali già a basso impatto e quindi la sua efficacia nella riduzione delle emissioni e nel contrasto al cambiamento climatico è stata bassa. In altre zone si è proceduto con un biologico di sostituzione che non ha sortito gli effetti desiderati.
Insomma il biologico di sostituzione non è la strada giusta perché è un ibrido che sortisce in modo limitato gli effetti ambientali desiderati come preservare l’agrobiodiversità, la qualità dell’acqua, la fertilità suoli, prevenire gli attacchi parassitari e gli stress fisiologici, ottenere prodotti con un rapporto elevato tra produttività e qualità organolettica. Il biologico è una visione completamente diversa del modo di produrre, ripensare l’azienda e per questo necessita di di ricerca e formazione adeguate ed indipendenti.
Nel Piano d’Azione Europeo che, al terzo punto – ricorda Romano – viene esplicitato dall’UE la necessità di investire in ricerca e formazione affinché il bio possa essere più performante in termini ambientali e produttivi. Attualmente invece la PAC continua a premiare chi inquina sovvenzionando, ad esempio, gli agricoltori che coltivano le torbiere drenate, che rappresentano meno del 2 % delle superfici agricole dell’UE ma rilasciano il 20 % delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE prodotte dall’agricoltura.
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