Domani, ospiti della Fiera Zootecnica di Cremona, AIAB e FIRAB propongono, con la coalizione Cambiamo Agricoltura, il convegno dal titolo “La sfida dell’agricoltura biologica per una zootencia sostenibile nella PAC post 2020”
Centrale sarà la presentazione di esperienze di allevatori e tecnici del biologico italiano che attuano pratiche efficaci nel contrasto al cambiamento climatico, che i promotori chiedono vengano premiate nella PAC post 2020. L’allevamento brado dei suini, l’alimentazione dei monogastrici con sottoprodotti dell’industria alimentare, il latte fieno, sono esempi già praticati, non senza difficoltà, dalle aziende più innovative e lungimiranti del biologico italiano ed europeo. Il tema della sostenibilità ambientale si intreccia così con quello del benessere animale e della qualità dei prodotti, elaborazione inevitabile se si vuole ragionare anche di sostenibilità economica delle aziende zootecniche.
Nella proposta della Coalizione si propone con forza che il biologico passi al primo pilastro della nuova programmazione PAC, essendo un metodo capace di contrastare efficacemente il cambiamento climatico. Nel secondo pilastro, dove devono trovare spazio i sistemi zootecnici, debbono essere premiate le azioni virtuose (ulteriori al regolamento europeo sull’agricoltura biologica).
Per quanto riguarda la zootecnia, ad esempio, vanno premiati i metodi di allevamento estensivi con approvvigionamento territoriale dell’intero fabbisogno, nonché con standard di benessere animale elevati. Ciò ci porta a rimarcare come al nostro paese manchi anche un piano serio sulle proteine vegetali, sia ad uso zootecnico che umano.
Il biologico italiano è pronto per questo passo che la politica sembra invece non aver compreso e che per molti attori influenti dell’agricoltura italiana risulta ostico giacché richiede un completo cambio di paradigma e non si può limitare alla logica di sostituzione.
Commenti recenti