In Italia i numeri dello spreco alimentare sono sempre molto elevati, ma c’è un dato positivo: si spreca di meno. Nel 2022 abbiamo gettato 75 grammi di cibo al giorno, quindi 524,1 g settimanali: -12% rispetto all’indagine di un anno fa.
È quanto emerge dal report “Il caso Italia” 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, monitoraggio Ipsos diffuso in occasione della 10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, realizzato nell’ambito della campagna Spreco Zero di Last Minute Market e dell’Università di Bologna e diffuso anche dall’ultima Newsletter del progetto Antea

Gli alimenti più sprecati sono la frutta (3,4 grammi al giorno) e il pane (2,3 grammi): in poco più di un anno si butta via poco meno di 1 kg pro capite. Nella classifica degli sprechi troviamo anche insalata, verdure, aglio e cipolle.
Secondo il fondatore di Spreco Zero, l’agroeconomista Andrea Segrè, “lo spreco del cibo solo nelle nostre case, alla luce dei dati Waste Watcher di gennaio 2023, vale complessivamente 6,48 miliardi di euro. Il recupero di cibo a fini solidali sta diventando una prassi consolidata, ma la prevenzione inizia quando spingiamo il carrello della spesa: la scommessa si gioca soprattutto nelle nostre case e in una svolta culturale profonda e personale. Per questo le food policies, che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città, stanno diventando riferimento centrale di buon governo”.

I consumatori alle prese con nuove abitudini
L’indagine evidenzia anche gli effetti della pandemia sulle abitudini dei consumatori, che tendono, in primo luogo, a ridurre il consumo extra-domestico: “per 1 italiano su 3 (33%) diminuiscono drasticamente le colazioni e i pranzi fuori e per 4 italiani su 10 anche l’abitudine della cena al ristorante (42%)”. Inoltre “diventano centrali i temi relativi alla sostenibilità alimentare (36%): il 35% degli intervistati ha aumentato il consumo di legumi e derivati vegetali e ridotto quello della carne e delle proteine animali, mentre il 29% ha aumentato l’acquisto di prodotti a km0”.
“Nonostante l’aumento dei prezzi al consumo – osserva l’indagine – la spesa alimentare è quella che diminuisce meno (18%), dietro solo alle spese mediche (11%) e di cura alla persona (17%)”.

Lo spreco nella filiera
L’indagine osserva anche un altro aspetto legato allo spreco alimentare, ossia quello della filiera (tra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo), che “pesa al 26% in agricoltura, al 28% nell’industria e all’8% nella distribuzione”, secondo un’elaborazione dell’Osservatorio Waste Watcher International con Distal, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna.
“Nel 2022 – ha spiegato Luca Falasconi, coordinatore del Rapporto “Il caso Italia” 2023 – sono andate sprecate nella filiera italiana oltre 4 milioni di tonnellate di cibo (per la precisione 4.240340 tonnellate), per un valore complessivo nlla filiera italiana del cibo di euro 9.301.215.981”.

Per scopre quanto sprechiamo basta utilizzare lo Sprecometro, una nuova app sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità, scaricabile gratuitamente.

Qui per leggere l’ultima Newletter del progetto Antea