di Cristina Micheloni
Splende dei valori che lo hanno fatto nascere e crescere sano e che oggi lo rendono una sempre più diffusa scelta consapevole da parte di tanti cittadini-consumatori. Affinché il bio si consolidi e continui a crescere nei suoi principi fondanti, è necessario e urgente un ragionamento a più teste su ciò di cui oggi il bio ha bisogno: nuove modalità di rapporto con il mercato, formazione dei prezzi al produttore e al consumatore; competenze tecniche necessarie a fare bene il bio; politiche davvero utili al settore.
Queste sono le sfide su cui AIAB lo scorso 16 marzo si è interrogata in un confronto aperto e diretto dal titolo “Che cos’è biologico al 2020”. Un’associazione rinnovata, con il presidente fresco di nomina Antonio Corbari e i tanti ospiti del mondo della ricerca, come Simone Vieri, Allison Loconto e Stefano Canali, della tecnica e dell’innovazione, come Amelia Perego e Luca Colombo, del mercato, come Massimo Roncon.
Molti i temi identificati, su cui AIAB organizzerà nei prossimi mesi una serie di incontri territoriali di confronto, in un percorso lungo un anno che permetterà alle associazioni AIAB regionali di incontrare e confrontarsi con i tanti che nel bio ci sono dall’inizio e con chi ci è arrivato di recente. Tra i compagni di viaggio ci saranno di certo i tanti ragazzi che ieri sono scesi in piazza per chiedere attenzione al loro futuro.
“Il frutto di questo lavoro – ha dichiarato il presidente uscente Vincenzo Vizioli – vuole essere un robusto insieme di indicazioni sulle quali l’associazione tutta lavorerà dal 2020, assieme a chi ne vorrà condividere esperienze, conoscenze e soprattutto visione, per il bene del buon biologico italiano ma anche di tutto il sistema agro-alimentare, dal seme all’intestino, chiosando Salvatore Ceccarelli”.
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