Alba Pietromarchi (Firab)
Il Biodistretto dell’agricoltura sociale di Bergamo (in seguito BDS), che investe 40 enti, tra aziende, cooperative, istituzioni, etc, è uno spazio dedicato all’agricoltura biologica, all’inclusione sociale, alla cura dell’ambiente, alla tutela della salute dei cittadini, a un’economia basata su un modello sostenibile. Ispirato dal senso di unione e partecipazione dei diversi protagonisti dei biodistretti AIAB (agricoltori, cittadini, associazioni e istituzioni), è nato per unire l’aspetto economico e lo sviluppo dell’agricoltura biologica nella provincia di Bergamo all’impegno sociale: volendo fare dell’inclusione sociale per le persone svantaggiate il proprio fiore all’occhiello. Anche azioni di sostegno ai giovani e alle nuove start-up che vogliono misurarsi con le fatiche e la bellezza della Terra. È proprio sulla base di queste premesse e anche della necessità di fare rete, a cui il presidente Claudio Bonfanti ha sempre creduto: “è solo lavorando insieme che si vedono buone pratiche, ci si contamina e si va avanti. La “forza” a fare rete è quello che cerchiamo di fare anche con il Biodistretto per l’agricoltura sociale di Bergamo”.
Molte le iniziative, alcune già elencate da Anna Ciaperoni (nel suo bel ricordo “Claudio Bonfanti, una bella persona”), altre si riferiscono ai giorni pre e post G7 dell’Agricoltura a cui il BioDistretto ha dato un impulso notevole con il grande mercato dei produttori bio e il convegno in cui è intervenuta Vandana Shiva.
E poi ancora la partecipazione al Tavolo dell’Agricoltura, al Festival di Primavera con il mercato dei produttori bio della provincia e la presentazione, ogni anno, di un libro alla Fiera dei Librai a Bergamo, la più antica d’Italia, il coordinamento, assegnato al BDS, dei 30 eventi di Agricoltura e diritto al cibo, rassegna di iniziative che si ripete da anni e della quale il BioDistretto è elemento centrale.
Le camminate ecologiche e i concerti con l’orchestra dei ragazzi con sindrome di Down. Il rapporto con il movimento Friday for future, più volte ospite negli eventi/convegni sui cambiamenti climatici ed il BDS come unico invitato a intervenire ai loro scioperi generali. L’organizzazione degli incontri con gli studenti dei vari ordini sui temi ambientali, sociali e relativi all’agricoltura biologica. Il grande e innovativo progetto, finanziato da Agricoltura Sociale Lombardia, attraverso For.ma Mantova, per l’organizzazione di tirocini curricolari per studenti dell’agrario con disabilità accertata (legge 104) che, ultimato l’anno scolastico, avranno come seguito tirocini extracurricolari, in borsa lavoro, per circa un anno, in aziende agricole del BDS.
Senza dimenticare il tour che AIAB e FIRAB hanno organizzato per la delegazione Basca di Justicia Alimentaria sulle best practice della ristorazione collettiva italiana, in particolare ristorazione scolastica e ospedaliera in Italia, che ha toccato anche Bergamo. Un tour impegnativo, guidato da Paola Trionfi e da me, volto a fornire una prima visione d’insieme ponendo la mensa scolastica al centro di un sistema che coniuga educazione, salute, inclusione, sviluppo del territorio e sostenibilità e che a Bergamo, grazie all’ospitalità del BioDistretto, è stato fatto attraverso una comunità che opera in sintonia con questi obiettivi condivisi.
Infine il progetto della proposta di legge regionale a iniziativa popolare sull’Economia Sociale e Solidale (ESS), di cui Claudio Bonfanti è stato uno dei principali protagonisti, la cui importanza è stata sottolineata dallo stesso Claudio in una delle sue ultime interviste “Tutto il percorso della legge è incentrato da un lato sull’istituzionalizzazione delle pratiche sostenibili e dall’altro sulla necessità favorire azioni e strumenti per fare rete, ad oggi la cosa più difficile per il nostro mondo”.
Ecco perché, secondo Claudio: “Oltre, lo ribadisco, alla capacità di fare rete, altra esigenza assoluta è quella di investire nella formazione permanente: bisogna formare le classi dirigenti, i manager di domani per un’economia diversa, più equa e giusta, bisogna capire che in questo mondo del lavoro e dell’economia la cultura, la formazione e l’aggiornamento sono capisaldo di una economia più giusta e più sostenibile”. Concludendo così: “Cominciamo da qui, dalla sostenibilità ambientale e dalla democrazia economica”.
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