Come si coltiva biologico

Le coltivazioni

L’agricoltura biologica è un metodo di produzione che hai i suoi principi di base nella cura della fertilità del suolo e agricoltore_bionell’equilibrio dell’ambiente in cui si coltiva. Non è quindi la sostituzione di concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi e pesticidi in genere, con quanto ammesso dal regolamento europeo, ma la corretta applicazione dei principi di agro ecologia, avendo come obbiettivo quello di aumentare la biodiversità nel suolo e nel soprassuolo per la ricerca dell’equilibrio nutrizionale e ambientale.

 

Le principali azioni su cui si basa sono:

  • migliorare e incrementare la fertilità organica – tramite l’uso di fertilizzanti organici compostati, la pratica del sovescio, l’interramento dei residui colturali è l’inserimento in ampie rotazioni di colture leguminose, al fine di aumentare quantità e qualità della sostanza organica del suolo. Per sostenere le rese e migliorare la qualità delle produzioni, è possibile fare ricorso all’elenco dei fertilizzanti ammessi dal regolamento;
  • rotazione o avvicendamento delle colture – è la chiave inderogabile per la riuscita delle coltivazioni erbacee e orticole. Un decreto del Ministero indica che: tra una coltura e il suo ritorno sullo stesso terreno, ci sia la coltivazione di almeno due cicli di colture diverse, di cui almeno uno composto da leguminose o da un sovescio. Questo va considerato il limite minimo certificabile, sarebbe opportuno diversificare quanto possibile la tipologia di colture, anche per favorire la biodiversità aziendale. La rotazione è poi il principale elemento di controllo delle infestanti integrato da azioni meccaniche e di contenimento e prevenzione verso patologie e parassiti;
  • la scelta varietale – ad oggi la ricerca ha prodotto e testato pochissime varietà specifiche per il biologico; è quindi utile basarsi sulle conoscenze tecniche e sull’esperienza di produttori biologici della propria zona, per orientarsi verso varietà che abbiano dimostrato adattabilità al territorio, capacità di competizione con le infestanti e resistenza alle principali avversità. Questa attenzione è oltremodo valida per i nuovi impianti di fruttiferi e colture arboree in genere;
  • creazione di siepi e alberature – utili non solo a migliorare il paesaggio ma ad aumentare la biodiversità, quindi la protezione delle colture, dando ospitalità ai predatori naturali dei parassiti e agendo anche da barriera fisica a possibili i
    nquinanti esterni;
  • la consociazione – non rivoltando il terreno oltre i 25/30 cm e garantendo la rottura degli strati più profondi con attrezzi discissori, cercando sempre di proteggere il suolo, favorendone la stabilità con idonee sistemazioni idrauliche e applicando, ove possibile e soprattutto negli arboreti la copertura vegetale.

L’applicazione sistematica di queste tecniche contribuisce a creare equilibrio nell’azienda; qualora, comunque, si rendesse necessario intervenire per la difesa delle coltivazioni da parassiti e altre avversità, l’agricoltore può fare ricorso ai prodotti ammessi dal Regolamento europeo, elencati negli allegati con il criterio della cosiddetta “lista positiva”.

Gli allevamenti

I criteri per l’allevamento biologico sono definiti dall’Unione Europea all’interno del Regolamento per l’agricoltura biologica. Anche in questo caso concepire la gestione della mucche_primomandria sostituendo alimenti e trattamenti convenzionali con quanto ammesso in bio, non può funzionare. L’allevamento con metodo biologico è strettamente legato alla terra. Il numero dei capi allevabili è in relazione con la superficie disponibile, non superando mai il parametro della 2 UBA per ettaro. Inoltre è necessario consentire.

I Principi generali per garantire il massimo di benessere, prevedono che sia consentito agli animali di esprimere il loro comportamento naturale, limitando ogni forma di allevamento intensivo e prevedendo che gli animali possano godere di spazi minimi definiti nel regolamento, avere libertà di movimento all’interno della stalla e accesso libero all’esterno. Inoltre un’alimentazione equilibrata e cure veterinarie basate sull’omeopatia e la fitoterapia.

  • scelta delle razze – le razze più adatte sono quelle ad elevata rusticità con caratteristiche di vitalità e resistenza alle malattie, da cui ne consegue la riduzione di interventi curativi. Purtroppo questo principio è messo in discussione dai criteri di allevamento applicati in Italia dagli anni settanta, che hanno sostituito razze autoctone con razze selezionate, ipoteticamente più produttive, ma anche più sensibili ad alcune patologie. Ciò non toglie che in molti casi sia possibile allevare razze già esistenti in azienda con problemi direttamente proporzionali all’intensività adottata. Per costituire o incrementare la mandria è possibile anche introdurre in un azienda biologica animali provenienti da allevamenti convenzionali con alcune restrizioni a seconda delle condizioni, sapendo che al momento è molto scarsa la disponibilità di animali da vita provenienti da aziende biologiche. In ogni caso gli animali introdotti sono allevati secondo il metodo biologico dal primo giorno di inserimento nell’allevamento.
  • Alimentazione – l’allevamento biologico è estensivo e ha la sua massima efficienza quando gli animali riescono a trovare direttamente una parte del loro fabbisogno per una dieta bilanciata in accordo con le necessità nutrizionali degli animali. Tuttavia la normativa prevede regole precise anche per gli allevamenti a stabulazione semilibera. Tra queste: gli alimenti devono provenire da agricoltura biologica con prevalenza di prodotti in azienda. Sono utilizzabili anche alimenti in conversione e nell’impossibilità di completare la razione per documentata assenza di prodotto biologico, è ammesso il ricorso ad alimenti convenzionali purché non OGM, fino al limite massimo del 10 % per i ruminanti e del 20% per i monogastrici. I ruminanti, nella razione media annua devono avere un rapporto tra fieno e concentrati di 60 a 40. Per gli avicoli l cereali devono essere non meno del 60% della razione
    Non possono essere utilizzati promotori di crescita, conservanti, coloranti, urea, sottoprodotti animali, alimenti trattati chimicamente o addizionati con altri agenti chimici, prodotti OGM, vitamine sintetiche.
  • Ricoveri – nella progettazione o adeguamento delle strutture adibite a ricovero degli animali, il principio guida è ancora una volta il benessere in termini di spazi e condizioni di vita. I locali devono essere luminosi e areati affinché la concentrazione di gas, l’umidità e le polveri siano mantenuti ben sotto il livello di nocività. Tranne in caso di libero accesso al pascolo per periodi duraturi, i ricoveri devono essere dotati di spazi esterni a cui gli animali devono poter accedere liberamente. Gli spazi minimi che devono essere garantiti all’interno delle stalle, nei parchetti esterni o nei paddock, sono stabiliti in metri 2 per capo e definiti nell’allegato III del Regolamento per ogni specie.
  • Cure veterinarie – le caratteristiche dell’allevamento biologico, la scelta delle razze, l’ambiente ed il modo in cui sono allevati gli animali sono il primo fattore di prevenzione di malattie e disturbi metabolici. gallineL’equilibrio alimentare per evitare forzature produttiva, la mobilità e il pascolo, la bassa intensità di allevamento nelle strutture, sono infatti fattori di equilibrio alla base del benessere animale, che è il principio guida dell’allevamento biologico. In caso di malattia è possibile intervenire con trattamenti con prodotti fitoterapici, omeopatici, a base di oligoelementi e tutti i prodotti elencati all’allegato V, parte 3, e all’allegato VI, parte 1.1 del regolamento.
    Qualora i prodotti fitoterapici, omeopatici e gli altri prodotti non risultassero efficaci e qualora la cura sia essenziale per evitare sofferenze o disagi all’animale, è possibile utilizzare i medicinali veterinari allopatici di sintesi chimica, compresi gli antibiotici. Il trattamento con medicinali allopatici può protrarsi per un massimo di tre cicli di trattamento in un anno, mentre per gli animali con vita produttiva inferiore all’anno i cicli si riducono ad uno solo. Il tempo di sospensione raddoppia e l’animale ricomincia la conversione. E’ possibile praticare la fecondazione artificiale ma sono vietati il trapianto degli embrioni e l’uso di ormoni per regolare l’ovulazione.