Lo scorso 6 maggio Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha presentato a Milano la prima “mappa italiana” sul consumo di suolo: un lavoro che traccia l’immagine di un’Italia sottomessa al cemento, che ha letteralmente divorato il 20% delle coste dello stivale, un consumo di suolo dovuto principalmente alla costruzione di nuove infrastrutture, di insediamenti commerciali e all’espansione di aree urbane a bassa densità.
Nel rapporto Ispra racconta un Paese ancora incapace di tutelare come meglio possibile il proprio patrimonio naturale: secondo lo studio infatti in Italia sarebbe cementificata una quantità di costa pari a quella dell’intera Sardegna, con oltre 34000 ettari di suolo cementificato all’interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi. E sembra non esserci un freno all’invasione del cemento, che riesce ad occupare anche il 2% delle superfici considerate “inaccessibili”; secondo Ispra è stato ‘impermeabilizzato’ il 19,4% di suolo compreso tra 0-300 metri di distanza dalla costa e quasi e il 16% compreso tra i 300-1000 metri.
Nel 2013 in 15 Regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con il valore più alto in Lombardia e Veneto (10%). In Campania, Puglia, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte i valori sono compresi tra il 7 e il 9%. Alla Liguria invece va la maglia nera della copertura di territorio entro i 300 metri dalla costa (40%). Mentre l’Emilia Romagna, con oltre 100.000 ettari, detiene il “primato” delle zone a rischio idraulico, con oltre 100.000 ettari. I comuni delle province di Napoli, Caserta, Milano e Torino oltrepassano il 50% di cementificazione, raggiungendo in alcuni casi anche il 60%. Il record assoluto, con l’85% di suolo sigillato, va al piccolo comune di Casavatore nel napoletano.
“I dati Ispra sul consumo del suolo raccontano un’Italia che esaurisce in maniera sempre più preoccupante le sue risorse vitali, mettendo a rischio tante aree del Paese e dunque anche i cittadini […] Il disegno di legge in discussione in Parlamento è una risposta forte e innovativa a questo problema, va approvato subito. […] Serve una nuova cultura di rispetto dell’ambiente e di cura del territorio che parta dall’insegnamento ai giovani per costruire un’Italia più sicura e quindi più civile”.
ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti in occasione della presentazione milanese del rapporto. Paradossale, dunque, che la stessa Ispra indichi come esempio (il primo, nel rapporto) l’area di Expo2015 come esempio di consumo di suolo.
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