30 anni di esperienza con il sistema di controllo e certificazione, chiesto e voluto dal movimento Biologico.   Se ne è parlato oggi a Roma, nella sede dell’ICQRF, in un convegno partecipato e vivace su un tema che è croce e delizia del biologico di oggi.
Alla chiamata di AIAB hanno risposto rappresentanti del MIPAAFT, delle Regioni, degli Organismi di controllo e certificazione, delle Confederazioni agricole( Coldiretti, Cia, Confgricoltura), di Accredia, dei Gruppi di acquisto,  dell’Ordine professionale degli Agronomi e Forestali, e poi tecnici, aziende, agricoltori, consumatori e decisori politici.
Se il convegno dal titolo Cos’è il biologico al 2020. Il sistema di controllo e certificazione” organizzato da AIAB e ICQRF, con la collaborazione di AssoCertBio ha tenuto alta l’attenzione e la partecipazione attiva di  così tante persone fino oltre le 14,30 “è perché c’era davvero bisogno di un confronto aperto che mancava da tanto tempo” ha detto Vincenzo Vizioli di AIAB chiudendo i lavori.
La mattinata è stata infatti l’occasione per fare il punto sull’impatto della normativa più recente, in primis il DLGS 20 di cui Riccardo Cozzo, presidente di Ass.O.Cert.Bio, ha evidenziato le criticità. Inoltre sono stati affrontati i temi del funzionamento del sistema dei controlli e della certificazione e della vigilanza, nonché la percezione non sempre positiva del valore del sistema di controllo da parte degli operatori e dei consumatori. Sono stati messi in luce i punti di forza e le principali criticità, a partire  dalla “troppa burocratizzazione e troppo scarso rapporto umano e di reale contatto tra controllori e controllati”, come ha sottolineato Antonio Corbari, presidente di AIAB, sottolineando che terzietà e conflitto di interessi si gestiscono anche incrementando la competenza agronomica degli ispettori. Altri elementi emersi come critici sono la “spesso non univocità di posizioni espresse dagli italiani in sede europea, nella definizione della normativa del settore” come ha rimarcato Francesco Giardina di Coldiretti; la carenza di condivisione nella definizione degli atti normativi, come sottolineato da Luigi Tozzi di Confagricoltura; mancanza di comunicazione nei confronti dei consumatori riguardo al reale funzionamento del sistema di controllo; alla lunga e mai affrontata fino in fondo questione dei residui, tra cui i fosfiti. Secondo Antonio Sposicchi di Anabio-CIA, comunque i numeri dicono che il sistema di controllo garantisce i produttori seri e i consumatori e deve essere comunicato almeno quanto gli eventi scandalistici.
Anche Flavio Berilli, direttore dell’ufficio ICQRF Italia Centrale, dopo aver citato, tra le molte attività dell’istituto, l’odierna operazione di polizia giudiziaria che ha scoperto una frode nel pisano relativa al succo di mela, ha sottolineato che il biologico rimane comunque un metodo che salvaguarda la salute e l’ambiente e per questo va scelto e va sostenuto.
Insomma “Il biologico è come un adolescente –  ha detto Cristina Micheloni del direttivo di AIAB, che ha moderato il confronto –  e la sua crescita va guidata e non certo bloccata. Dobbiamo impegnarci tutti e affrontarne uno alla volta i nodi che, se sciolti, rendono più efficace e meno burocratico il sistema, smettendo di denigrarlo, visto che, se pur perfettibile, funziona”.
A confermare che la visione di un’agricoltura sana e buona è l’unica percorribile sono stati anche i rappresentanti della politica intervenuti al convegno:
“Siamo in un momento storico –  ha detto in apertura di lavori l’On Maria Chiara Gadda  – in cui il biologico deve fare un ulteriore salto di qualità, perché sono gli stessi cittadini che riconoscono a chi produce una rilevanza rispetto all’impatto sociale e ambientale. In questa ottica il sistema dei controlli non deve essere punitivo ma deve rappresentare una guida per le aziende e per questo stiamo facendo di tutto per portare a casa entro l’autunno la nuova legge sul bio, approvata all’unanimità alla Camera e ora all’esame del Senato”.
A rafforzare queste intenzioni la Senatrice Rosa Silvana Abate, della Commissione Agricoltura del Senato. “Vogliamo che il biologico sia incrementato e tutelato perché è un sistema produttivo che ha ripercussioni sulla salute e sull’ambiente e perché siamo convinti che rappresenti il futuro dell’agricoltura”.