Il Dimetoato è un fosforganico considerato genotossico e per questo motivo, la sua autorizzazione all’utilizzo delle scorte rimanenti, sarebbe dovuta scadere 31 gennaio del 2020 dopo 40 anni. Nella migliore tradizione dei pesticidi pericolosi, ha ricevuto una proroga di 120 giorni da luglio, cioè potrà essere utilizzato per tutta la campagna oleicola 2020.
La richiesta di proroga è motivata da una presunta emergenza fitosanitaria che al momento non c’è e non è prevedibile. La mosca dell’olivo infatti, trova le sue migliori condizioni di attacco quando c’è un agosto con basse temperature e piovoso.
La realtà è che restavano a disposizione dell’agricoltura integrata, solo due altri formulati autorizzati: uno l’acetamidprid, (neonicotinoide nocivo alle api) la cui efficacia sulla mosca dell’olivo non è stata molto studiata; l’altro il fosmet più simile al dimetoato per tipo di azione ma meno idrosolubile e che può lasciare residui nell’olio, rendendo difficile il così detto residuo zero.
Questo conferma che, nonostante il pesticida fosse sotto attenzione da tempo, la ricerca delle Multinazionali del fitofarmaco, non ha lavorato per una sua sostituzione, contando evidentemente sulla prassi della proroga. Glifosato docet.
A conferma che questo pesticida è pericoloso, la Commissione Europea ha negato il rinnovo della licenza, concedendo “solo” una proroga, perché l’EFSA (Autorità per la sicurezza alimentare) come si legge nel comunicato: “non ha potuto escludere l’esistenza di un rischio per i consumatori dovuto all’esposizione a residui di dimetoato, del quale non è stato possibile escludere il potenziale genotossico, e al suo principale metabolita ometoato, che è stato considerato un agente mutageno in vivo“.
Per la sua persistenza Il prodotto ha ben 28 giorni di carenza, cioè la raccolta può essere effettuata praticamente dopo un mese dall’ultimo trattamento, quindi in caso di attacco tardivo, la raccolta va posticipata con tutte le conseguenze del caso sulla qualità dell’olio.
Insomma un film già visto, tante volte come quello della proroga del chlorpyrifos-methyl – considerato anch’esso genotossico per i bambini e messo al bando dalla Ue il 31 gennaio scorso ma prorogato dall’Italia per combattere la cimice asiatica che minaccia i pereti.
A nulla sono servite le note tecniche dei servizi fitosanitari che dettavano strategie di difesa adeguate e basate anche su buone pratiche di monitoraggio e gestione dell’oliveto. Invece di spingere sulla ricerca pubblica e sul trasferimento dell’innovazione particolarmente necessari in biologico si fanno passi indietro. Invece di promuovere l’area wide pest management con strategie di difesa biologica coordinate tra i produttori dei distretti olivicoli si torna alle soluzioni “facili” e inquinanti. Viene da chiedersi: a quando il nuovo Pan pesticidi?
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