Di Alba Pietromarchi e Michela Mazzali
Il biologico, bisogna sempre tenerlo presente, gode di particolare apprezzamento dei consumatori e il suo prodotto rappresenta un ‘bene reputazionale’ che è necessario tutelare, soprattutto in questa fase di passaggio da prodotto di “nicchia” a più largo consumo.
È dunque necessario operare delle azioni di sensibilizzazione e comunicazione sul biologico, per realizzare corsi di formazione per gli agricoltori, dando loro gli strumenti per coltivare nel rispetto del metodo e per far conoscere il valore del bio ai consumatori, come afferma da anni l’AIAB.
Venerdì scorso, 10 novembre, durante la trasmissione Mi Manda Rai Tre, , dopo le notizie sulla truffa operata da aziende siciliane che vendevano per biologici prodotti trattati invece con la chimica, il Presidente di AIAB Vincenzo Vizioli è intervenuto provando a far chiarezza sul valore del biologico e su come meglio tutelarsi dal falso bio.
E’ importante ricordare che, dopo questi fatti, AIAB Sicilia ha deciso, tramite i suoi legali, di chiedere l’accesso agli atti per costituirsi parte civile, a tutela di tutto il settore esposto a un grave danno di immagine e credibilità.
“Oltre a conoscere il nome delle aziende – dice Vizioli – e la loro rete di relazioni commerciali, questa frode per dimensione e tipologia rende di vitale importanza comprendere chi ha emesso i certificati, se il sistema di controllo è stato assente, incompetente o addirittura connivente e se ci siano state pressioni e minacce della malavita organizzata.
Inoltre è importante capire se è mai esistita l’azione di vigilanza della Regione Sicilia, che per il regolamento europeo deve verificare l’operato degli organismi di controllo in regione, anche perché i premi previsti dal PSR sono soldi pubblici. Il sistema di controllo e certificazione è uno dei valori aggiunti che il settore biologico offre al consumatore, è quindi indispensabile che questo svolga i compiti che il Regolamento Europeo sul biologico gli attribuisce e su cui tutto il sistema fa conto. E’ altresì importante che gli organi di vigilanza adempiano al ruolo a loro affidato”.
Come sappiamo i consumatori stanno comprendendo che può esserci un’agricoltura senza pesticidi e glifosato… E che questa è l’agricoltura biologica. Fa bene alla salute dei consumatori, all’ambiente e alle tasche degli agricoltori. Dopo la pubblicazione dei dati Ispra sui pesticidi che stanno avvelenando le nostre acque e soprattutto dopo l’allarme pesticidi nelle uova e in altri alimenti… si è riacceso il dibattito sui metodi agricoli e sull’inquinamento che questi producono.
Non solo per gli agricoltori e per chi lavora la terra c’è un ritorno economico dignitoso ma tutta la collettività ne guadagna e, dunque, anche i singoli cittadini. Scegliendo il biologico diminuiscono i costi sanitari, così come i danni ambientali e gli eventi determinati dai cambiamenti climatici. L’associazione AIAB è solita ricordare che: “Non c’è mai qualcosa che costa poco in assoluto. Paghiamo sempre, magari in un altro momento. O facciamo pagare a qualcun altro”
Anche l’impennata dei consumi di prodotti bio rende sempre più chiaro che l’utilizzo di pesticidi oggi è considerato una modalità di produzione vecchia, in tutte le produzioni agroalimentari: crescite a ritmi di incremento a due cifre a fronte del boom di vendite nella GDO (+15,2% nel primo semestre 2017 dopo il +20% nel 2016, secondo Ismea-Nielsen), con un giro d’affari che ha quasi sfiorato i 5 miliardi di euro, di cui il 40% generati dalle vendite all’estero, secondo le ultime stime della Fondazione di ricerca Firab.
Questa crescita pone il settore di fronte a sfide e preoccupazioni. A fronte di questo successo, il settore sconta anche l’interesse di alcuni speculatori malintenzionati con cui il sistema di imprese, di garanzia, di repressione e istituzionale è chiamato a confrontarsi con rigore, efficacia e determinazione.
Attenzione della politica, vigilanza contro truffe e malaffare, fondi alla ricerca e sostegno alla formazione sono oggi le priorità.
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