“Il metodo biologico è la tecnica colturale fondamentale per la cura del suolo” Lo ricorda l’AIAB nel giorno in cui ricorre la Giornata Mondiale del suolo.
E’ bene ricordare che dal suolo proviene il 95% del cibo che consumiamo e che la sua cura è dunque determinante per la nostra stessa esistenza.
L’edizione di quest’anno ha infatti come slogan “Soils, where food begins”, sottolineando quanto sia importante prendersi cura di questo elemento alla base della vita sul pianeta.
La rigenerazione del suolo non ha effetti solo sulla produttività alimentare, ma anche sulla tutela degli ecosistemi e sul contrasto ai cambiamenti climatici, considerati che proprio ill suolo è il più grande serbatoio di carbonio dopo gli oceani.
Gli ultimi dati indicano che in dieci anni il suolo ha assorbito il 54 per cento delle emissioni di CO2 di origine antropica.
Un terzo dei suoli però è degradato e minacciato da agricoltura intensiva, cementificazione e desertificazione. Secondo la FAO, i terreni nel mondo soggetti a degrado indotto dall’azione dell’uomo ammontano a 1,66 miliardi di ettari, la metà dei quali in condizioni già fortemente critiche di depauperamento.
“Un quadro che evidenzia delle serie criticità” ,sottolinea Giuseppe Romano presidente di AIAB. “L’agricoltura biologica non è più un’opzione, ma una necessità. Producendo con il metodo biologico, si evita la desertificazione e il degrado dei suoli e si contrastano i cambiamenti climatici di cui la produzione industriale e convenzionale è una delle principali cause. Bisogna proteggere la fertilità e la salute del terreno attraverso pratiche agricole rispettose come la rotazione e la diversificazione delle colture, il sovescio, l’utilizzo di fertilizzanti naturali. Tutte pratiche che rappresentano la sostanza e l’identità del metodo bio e che dovrebbero diventare il modo prevalente di produrre cibo in tutto il mondo.”
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