Nonostante i tentativi di smorzare i rumori intorno ai danni provocati dal glifosato, il colosso Monsanto /Bayer continua a salire sul palco degli imputati.
Questa volta accusato da alcuni organi di stampa francesi di aver assoldato falsi giornalisti, scienziati e contadini per raccontare che l’erbicida RoundUp non è cancerogeno.
Purtroppo anche la stampa italiana, proprio di recente, non è stata esente da interventi irridenti il biologico e le denunce sul glifosate.
“Da tempo diciamo che Monsanto, ora inglobata da Bayer, altera le prove relative ai danni provocati dal gliofosato e cerca in tutti i modi, grazie alla sua potenza economica, di controllare l’informazione riguardante uno dei suoi principali prodotti. Le tracce di una collusione con gli interessi dell’industria agrochimica e anche di un inquinamento dei dati erano già state rese note nei cosiddetti Monsanto Papers grazie all’intervento della magistratura americana. Ora, a quanto pare, arrivano le prove anche da organi di stampa francese.
Intanto, mentre sono arrivate a circa 13mila le cause contro la multinazionale e mentre continua a regnare la discordanza di opinioni in merito agli effetti del glifosato (l’ultimo colpo di scena è arrivato recentemente dall’Epa – Agenzia per l’Ambiente Statunitense – che ha dichiarato che il glifosato non è dannoso per la salute) bisognerebbe prima di tutto rispettare il principio di precauzione, vietando l’uso di questa pericolosa sostanza”.
AIAB lo chiede da tempo insieme a molte altre associazioni riunite nella Coalizione #Stopglifosato.
Recentemente, Bayer ha dovuto risarcire circa 2,4 miliardi di dollari a una coppia che, per esposizione all’erbicida, si è ammalata di cancro e poche settimane prima 80 milioni di dollari a un altro californiano, anche lui ammalatosi di cancro.
Dopo che nel dicembre 2017 la Commissione Europea ha confermato, dietro pressione delle grandi lobby, il rinnovo dell’autorizzazione all’utilizzo del glifosato per 5 anni, ora la prossima scadenza dell’attuale licenza è prevista il 15 dicembre 2022, ma tutto il processo di rinnovo deve iniziare entro dicembre 2019.
“Ci auguriamo – dice Vincenzi Vizioli di AIAB – che per quella data si riesca a mettere un punto definitivo all’utilizzo di glifosato sperando nel frattempo di non dover continuare a contare i malati di cancro causati dal contatto con questo pericoloso prodotto ”.
Ricordiamo inoltre che l’ISPRA nei suoi rilevamenti ha trovato il potente disseccante, insieme al suo metabolita ampa, come primo inquinante delle acque superficiali. “Apprezzando la pronta reazione dei commissari del M5S della Commissione agricoltura sottolineiamo che questa situazione impone che Intanto tutte le Regioni applichino il principio di precauzione, togliendo dai disciplinari dell’integrato il glifosato, per non premiare nelle misure agroambientali chi sta recando danno alla salute dell’uomo e dell’ambiente”.