È stata una settimana cruciale per gli sviluppi della vicenda Xylella, poiché il TAR del Lazio ha emanato un’ordinanza di sospensiva cautelare, accogliendo così il ricorso dei vivaisti e delle aziende bio, rinviando per discutere del “merito” al 16 dicembre, quando si affronterà anche il ricorso degli avvocati Pesce, riguardante l’eradicazione degli ulivi della loro proprietà. Quest’ultimi avevano presentato un ricorso cautelare, impugnando tutti gli atti del commissario straordinario Giuseppe Silletti (tra cui comparivano i verbali di accertamento e le ordinanze) che era stato accolto dal Tar di Lecce, il 27 marzo scorso; furono così bloccate le prime eradicazioni, previste ad Oria, nel brindisino, sul proprio appezzamento.
Il Tar di Lecce, presidente Antonio Cavallari, però, nel corso di una successiva udienza, dichiarò la propria “incompetenza territoriale” sul “merito” della questione, indicando nel Tar del Lazio, la sede idonea per discuterne. I giudici hanno proposto di trattare la questione, direttamente “nel merito”, al fine di avere più tempo a disposizione per esaminare il parere del Comitato permanente europeo per le fitopatologie del 28 aprile, prodotto in atti dall’avvocato Guido Pesce, in cui si affermava che “dovranno essere eradicati non solo gli ulivi malati, ma anche le piante che si trovano nel raggio di cento metri dalla pianta malata in alcune zone della Puglia”.
I ricorsi presentati dagli avvocati Paccioni e Stamerra e accolti con grande soddisfazione venerdì 8 maggio, riguardano, invece, le aziende biologiche della provincia di Lecce che contestano l’imposizione contenuta nel Piano Silletti, sull’utilizzo di pesticidi per contrastare la crescita dell’insetto vettore della “Xylella fastidiosa”. I legali sostengono che i loro assistiti, se si attuasse il piano Silletti, verrebbero danneggiati, poiché trattandosi di aziende che operano nell’ambito dell’agricoltura biologica hanno il divieto assoluto di usare fitofarmaci e inoltre, un’operazione del genere, andrebbe contro i principi su cui si fonda la loro “filosofia agricola”. Inoltre tra i ricorrenti sono presenti presenti olivicultori che per il momento vedono “salvi” i propri alberi.
L’avvocato Gianluigi Manelli ha, invece, depositato un ricorso, per conto di 26 vivaisti salentini. Essi contestano un altro, per loro, assurdo obbligo: la distruzione, attraverso trinciatura o combustione controllata, di diversi tipi di piante potenzialmente in grado di ospitare la Xylella fastidiosa, tra cui olivo, vite, fico, albicocco, mandorlo, pesco, ciliegio, gelso e numerose specie ornamentali. Il 24 aprile l’istanza cautelare del loro legale era stata accolta dal giudice monocratico del Tar Lazio, che sospese con decreto il Piano Silletti fino alla data odierna, in cui si è deciso per l’accoglienza del ricorso e la sospensione delle attività distruttive delle piante “potenzialmente” infette.
È tangibile, quindi, la soddisfazione tra tutti i ricorrenti, anche perché i giudici del Tar hanno sollevato delle ragioni di opportunità sull’applicazione del piano Silletti, allo stato attuale delle cose.
Intanto, parte oggi l’azione risarcitoria collettiva del Codacons per il caso Xylella. Sul sito dell’associazione www.codacons.it è stato infatti pubblicato il modulo di costituzione di parte offesa, attraverso il quale, tutti i soggetti coinvolti dalla devastazione legata al batterio, possono avviare l’iter volto ad ottenere il risarcimento dei danni subiti.“Invitiamo tutti gli abitanti del Salento, i produttori e i coltivatori della zona a scaricare dal nostro sito il modulo di costituzione, in modo da inserirsi nel procedimento aperto dalla Procura di Lecce – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Sarà così possibile far valere i propri diritti ed ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali subiti nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili della diffusione di Xylella e della mancata prevenzione”.
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