La ristorazione collettiva rappresenta un’opportunità alimentare, trasversale nella nostra società (dalla scolastica all’aziendale, alla sanitaria ecc.), che coinvolge le differenti fasce di popolazione.
Negli anni, al servizio ‘mensa’ è stato progressivamente riconosciuto, oltre al suo ruolo istituzionale, la funzione di promuovere una ristorazione sostenibile, portatrice di uno stile alimentare a basso impatto ambientale, attenta alle tecniche di produzione degli alimenti, alla biodiversità, alla fertilità dei suoli e alla riduzione dell’inquinamento, in linea con i cambiamenti e le emergenti necessità sociali e ambientali.
L’emergenza climatica, che necessita di azioni adeguate alle attuali criticità, sia di natura gestionale che infrastrutturale, rappresenta anche un’indubbia responsabilità individuale e può trovare un riscontro significativo nei servizi collettivi, la cui consistenza permette di fare massa critica e sinergia per spostare significativamente consumi ed impatti. La legislazione vigente ha da tempo messo a fuoco la funzione equilibratrice e la capacità di resilienza del servizio di ristorazione collettiva che, se opportunamente progettato, può assumere il ruolo di attivatore di processi di sviluppo socioeconomico del territorio, oltre che di tutela ambientale.
L’obiettivo dell’appuntamento siciliano che si è tenuto l’8 e il 9 marzo dal titolo “La ristorazione collettiva bio“, organizzato congiuntamente da BioAs, AIAB, FIRAB e Rete Fatorie Sociali Sicilia è stato quello di favorire momenti di dialogo tra una pluralità di attori, istituzionali e non, rappresentanti delle molteplici professionalità della società, in un’ottica di socializzazione e confronto – tra aspirazioni e prospettive – in tema di ristorazione collettiva, quale modello partecipato di costruzione di futuro.
Qui la relazione e gli interventi delle due giornate
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