Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste e dell’agricoltura biologica composto da AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio, FIRAB, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Slow Food, SIEP, TCI, Up-Bio, WWF è tornato a riunirsi questa settimana. Tema al centro dell’incontro il Piano di Azione Nazionale sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi. Il tavolo ha lanciato un vero e proprio allarme perché nonostante il nostro paese sia il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata dell’Europa occidentale con valori doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania, nonostante l’Ispra nel Rapporto pubblicato recentemente abbia rilevato un micidiale cocktail di 175 pesticidi che viaggia nelle acque italiane superficiali e sotterranee con il 17,2% dei punti monitorati relativamente alle acque superficiali che presenta concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali, il PAN Pesticidi non contiene azioni concrete e misurabili né definisce obiettivi quantitativi di riduzione dell’impiego ma solo l’obbligo dal novembre 2015 di attenersi alle prescrizioni contenute nelle etichette degli agrofarmaci, in parole povere l’obbligo di rispettare quanto previsto dalla legge.
E per questo obiettivo saranno necessari , secondo quanto riportato in un articolo uscito circa due mesi fa su Terra e vita, corsi di formazione per circa 10.000 consulenti, 12.000 venditori e circa 700.000 utilizzatori-agricoltori per ottenere “il patentino”. Forse questa formazione produrrà una maggiore capacità e consapevolezza per l’uso corretto dei prodotti fitosanitari ma è facile prevedere che per gli agricoltori rischierà di tradursi ancora una volta in un appesantimento burocratico ed economico. E tutto questo con un grande investimento di fondi europei che dovrebbero essere utilizzati in via prioritaria a formare gli agricoltori per uscire dalla chimica non per prendersi un “patentino” e continuare a utilizzarla come prima.
La verità è che le multinazionali della chimica continuano a condizionare l’applicazione delle politiche europee nel nostro Paese e la destinazione di molti dei fondi che verranno spesi da qui al 2020 con l’applicazione della PAC . Ancora una volta infatti , nei PSR di quasi tutte le Regioni, si continua a puntare su misure agroambientali destinate a pratiche agronomiche che prevedono un uso massiccio di pesticidi invece di scegliere pratiche che ne riducono concretamente l’uso, come la conversione al biologico, puntando ad una svolta radicale verso un nuovo modello in grado di premiare le aziende agricole più virtuose, che producono maggiori benefici per la società, cibo sano, tutela dell’ambiente e capacità di creare lavoro per i giovani.
Sono temi che riguardano , insieme agli agricoltori, tutti i cittadini perché incidono sulla tutela della salute delle persone e dell’ambiente, che dovrebbero essere in primo piano nell’uso delle risorse europee. Il Tavolo in più di due anni di lavoro su Pac e Pan pesticidi ha prodotto elaborazioni e proposte concrete che purtroppo fino ad oggi non hanno trovato spazio né a livello nazionale, né a livello regionale. Ma nonostante questo non intende mollare. Sono in ballo temi troppo importanti che riguardano tutti e che necessitano di nuove Alleanze come quella che stiamo cercando di portare avanti attraverso il tavolo tra le Associazioni del Biologico e quelle del mondo Ambientalista.
Adesso questa alleanza torna di nuovo a chiedere che i provvedimenti in attuazione del PAN seguano un iter trasparente visto che riguardano la tutela della salute delle persone e dell’ambiente e continua a chiedere l’incontro al Ministro dell’Agricoltura che dall’inizio di dicembre non ha ancora ricevuto risposta.
A cura di Maria Grazia Mammuccini
Portavoce del Tavolo delle Associazioni ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica su Pac e Pan
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