L’approvazione, in Senato, della proposta di legge sul biologico è indubbiamente un altro passo avanti verso una visione più evoluta della produzione. E questo non può non renderci soddisfatti anche se il testo ha subito notevoli modifiche non tutte pertinenti. Prima di tutto perché ora una legge, che aspettavamo da oltre due anni, finalmente supera l’esame alla commissione del Senato dove era stata bloccata da ottusi ostracismi. Tornerà alla Camera dove si auspica una lettura rapida senza ulteriori modifiche. “Ricordiamoci – ammonisce Antonio Corbari, presidente di AIAB – che a marzo uscirà la bozza del Piano d’Azione Europeo sull’Agricoltura Biologica e gli Stati membri, tra cui l’Italia, sono già stati sollecitati ad attrezzarsi al riguardo, cosa che dovrebbe avvenire entro 90 giorni dalla pubblicazione di questa legge. Per questo urge un confronto e una condivisione per arrivare ad un testo che sia davvero utile”.
Oggi, dunque, dopo aver scongiurato il mancato allineamento dell’Italia (da sempre pioniera nello sviluppo dei materiali eterogenei per il bio grazie anche all’impegno ed alla ricerca di AIAB) alla normativa europea sulle sementi, la proposta di legge c’è ed è senz’altro utile al settore.
Questo però non ci esime dall’esprimere alcune perplessità che riguardano temi sui quali abbiamo presentato richieste che sono rimaste inascoltate e che invece auspichiamo possano trovare spazio nell’implementazione: La questioni dei fondi con cui vengono finanziate le iniziative proposte dalla legge che pescano sui già limitati e ampiamente depredati fondi per la ricerca; la questione della semplificazione delle piattaforme, che dovevano essere ricondotte a UNA sola, pubblica e gratuita e la declinazione del Sistema di Controllo nella legge quadro. Quest’ultima è una delega già in possesso del Mipaaf e che ha già evidenziato problemi interpretativi che senza migliorare le garanzie al consumatore rischiano di mettere in grande difficoltà le aziende con sanzioni sproporzionate rispetto alle reali responsabilità. Insomma la parola chiave per un sistema di controllo e di garanzia efficiente e che non faccia scappare le aziende serie è ‘semplificazione’. C’è poi la necessità di una gestione trasparente ed efficiente dei dati sul bio, fattore imprescindibile per una programmazione politica. Si parla tanto di digitalizzazione ma il censimento agricolo che è appena partito si è scordato del fatto che già buona parte dei dati richiesti è disponibile e in digitale.
Comunque, dato che il meglio è nemico del bene non vogliamo togliere forza alla soddisfazione del momento. La legge ora c’è e può dare la spinta giusta all’Italia per raggiungere i traguardi europei del Green Deal che puntano ad aumentare del 25% in Europa la superficie coltivata a biologico, a ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030 nonché a ridurre del 50% l’uso di antibiotici negli allevamenti e del 30% l’uso dei fertilizzanti.
La legge che prevede, inoltre, il rafforzamento di specifici settori nei quali AIAB da sempre si muove da protagonista come i percorsi formativi e di ricerca e la diffusione dei distretti biologici per la valorizzazione del bio territoriale, istituisce un nuovo marchio bio italiano. Dovrebbe essere una garanzia di trasparenza sull’origine e la filiera dei prodotti. Ci auguriamo però che questo funzioni soprattutto nell’ambito delle filiere di alto valore ma più nascoste, tipo la zootecnia, dove la mangimistica è un vero ricettacolo di prodotti che arrivano da altri paesi, spesso extra EU, e a basso costo. Oppure sui prodotti da forno che, con la scusa che lo zucchero di canna è extra EU, aprono la porta anche a farine di dubbia provenienza con poca evidenza in etichetta. Insomma, sì al marchio bio italiano ma con regole precise. Per farlo davvero diventare, insieme al marchio Garanzia AIAB che che già contiene nei propri disciplinari i valori del bio ricordati anche dalla legge, uno strumento in più per tutelare i consumatori ma anche tutte quelle aziende che hanno fatto del metodo biologico un serio strumento di lavoro e di miglioramento continuo, con intelligenza, rispetto delle regole e passione
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