La Germania, lo ‘Stato prescelto’ per la stesura del Rapporto Europeo sul Glifosato ha raccomandato la riapprovazione dell’erbicida in questione con un incremento del consumo giornaliero pari al 67%, scrivono su The Ecologist i dottori Nancy Swanson e Mae Wan Ho, due degli 8 autori del report “Banishing Gliphosate” pubblicato ad agosto sul sito dell’Institute of Science in Society. Il verdetto si basa però sulla ri-valutazione realizzata dalla Monsanto e da un consorzio di aziende chimiche, che hanno fatto affidamento a studi di settore non pubblicati. Il lavoro tedesco dovrebbe, pertanto, essere respinto e annullato in modo definitivo.
L’intero processo di valutazione del rischio per la ri-approvazione è viziato e corrotto fin nel midollo perchè pieno di conflitti di interesse, non trasparente e fortemente fazioso poichè si avvale di studi promossi dall’industria agrochimica non pubblicati e nè tantomeno riconosciuti ufficialmente dalla comunità scientifica.
La Germania, in qualità di Stato Membro Relatore dell’Unione europea (RMS) ha presentato la propria Relazione di Valutazione sul Rinnovo del Glifosato (RAR) all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), nel gennaio 2014, con la quale sancì la riapprovazione all’utilizzo del glifosato in Europa e l’incremento della dose accettabile giornaliera (DGA) da 0,3 a 0,5 mg per kg di peso corporeo al giorno.
Nel documento si afferma che il glifosato non presenta rischi inaccettabili perchè, secondo il parere degli autori, non viene metabolizzato o accumulato nel corpo, non è genotossico, nè cancerogeno, non altera il sistema endocrino e non è neanche considerato persistente [nel corpo] o bioaccumulabile. Inoltre, non presenta effetti tossici sulla fertilità, nè sugli organi deputati alla produzione di ormoni o dipendenti dall’attività ormonale, nè tantomeno sono riconoscibili ripercussioni dannose sulla vita delle api. Il RAR garantisce, pertanto, che tutti i rischi legati all’esposizione dell glifosato rientrano nell’ambito di “standard accettabili”. Gli unici effetti pericolosi riconosciuti sono l’irritazione grave agli occhi e l’elevata capacità di accumularsi e persistere nel suolo. Gli aspetti che non potevano essere definiti durante il lavoro di ri-valutazione sono stati: la rilevanza delle impurità, gli effetti sui microrganismi e sulle piante non colpite, gli effetti indiretti sulla biodiversità in particolare sugli organismi non direttamente interessati, come per esempio gli uccelli. La Decisione Proposta alla fine del Vol. 1 è stata completamente oscurata.
Considerando quanto riportato nel RAR rispetto alle evoluzioni successive sulla dichiarazione di cancerogenicità del glifosato da parte dell’OMS e sulla poderosa mobilitazione internazionale finalizzata a vietarne l’utilizzo, in che modo la decisione finale della Germania è stata successivamente influenzata?
a Task Force sul Glifosato coinvolto nel processo di valutazione ha affermato di non accettare questa decisione.
I dottori Nancy Swanson e Mae Wan Ho definiscono la conclusione della Germania un vero e proprio scandalo perchè è rimasta totalmente indifferente alle molteplici prove schiaccianti sulla tossicità del glifosato che si sono accumulate nell’ultimo anno e alle decisioni da parte di numerosi paesi di bandirne l’uso.
Un processo di consultazione pubblica volutamente restrittiva
L’EFSA aveva pubblicato sul suo sito la relazione RAR per permettere la consultazione pubblica conclusasi l’11 maggio 2014 . Ma la modalità con cui era possibile esprimere i propri commenti è risultata fortemente restrittiva perchè le opinioni erano redigibili solo in formato elettronico e su un modello rigido con categorie predeterminate di risposte e notevoli limitazioni di spazio. Né le e-mail, nè la posta ordinaria erano accette.
Chi ha espresso la propria idea ha dovuto firmare un accordo per il quale i commenti sarebbe stati cancellati se ritenuti non idonei. Così, tutte le osservazioni relative al Roundup sono state ignorate, nonostante il Roundup sia l’erbicida contenente glifosato più usato in Europa. La consultazione, inveve, è stata rigorosamente limitata al puro glifosato.
Il Dottor Brian John della GM-Free Cymru ha presentato una denuncia allo Stato Mediatore Europeo dicendo che l’EFSA non aveva alcun diritto di imporre tali condizioni, accusando la modalità con cui sono stati raccolti i commenti di essere “faziosa e pesantemente [strutturata in modo da favorire gli interessi] di coloro che vogliono che il glifosato continui ad essere usato” e “del tutto non idonea allo scopo”.
La mancanza di trasparenza sull’autorship del documento e la corruzione dell’EFSA
Chi sono stati gli autori della relazione di valutazione del rischio? L’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione dei Rischi (BfR– Bundesinstitut für Risikobewertung) è responsabile della stesura del RAR, ma non esistono indicazioni precise sulla paternità dei 15 documenti redatti per un totale di 3.744 pagine*
Tra aprile e giugno del 2014, i dottori Nancy Swanson e Mae Wan Ho spiegano che nonostante il BfR sia stato contattato in quattro distinte occasioni per richiedere informazioni su chi siano gli autori del rapporto e quale sia stata la commissione del BfR direttamente responsabile, fino ad oggi, nessuna risposta è stata fornita.
3 dei 12 membri del 2014 e 4 dei 16 membri del 2011-2013 che fanno parte del Comitato BfR sui Pesticidi e i loro Residui (CPTR), potenziale responsabile della redazione del RAR, provengono da BASF o Bayer CropScience. Questo grave conflitto di interessi non è limitato purtroppo solo al BfR, ma è generalizzato all’intera Agenzia Europea di Regolamentazione. L’EFSA, infatti, ha una storia di conflitti di interesse alle spalle. Il rapporto dell’ Osservatorio Europeo Aziendale ‘Pasto infelice’ pubblicato nel mese di ottobre del 2013, ha rivelato che circa il 59% dei membri del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA aveva ancora legami diretti o indiretti con le aziende le cui attività rientrano tra le competenze dell’EFSA.
Di conseguenza, il Parlamento europeo ha votato nel mese di aprile 2014 per una risoluzione che vieta agli scienziati con legami alle industrie agricole e alimentari di lavorare presso l’agenzia e ha dato l’EFSA due anni di tempo per fare pulizia delle persone che non rispondevano a questo requisito.
La Monsanto e un consorzio di aziende chimiche responsabili della stesura del RAR
Il conflitto di interesse, in realtà, è ancora più deplorevole di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare: è’ stata la Monsanto insieme ad un consorzio di aziende chimiche europee a elaborare la valutazione del rischio per la ri-approvazione di glifosato.
Il BfR affermò nel suo comunicato stampa: “A parte il BfR, altri istituti coinvolti nella nuova valutazione del glifosato sono stati l’Agenzia federale per l’ambiente, la Julius Kühn dell’Istituto e l’Ufficio Federale per la Protezione dei Consumatori e la Sicurezza alimentare, la seconda come autorità di gestione del rischio”. Questo è stato progettato per conferire indiscussa rispettabilità e serietà al processo di valutazione del rischio. BfR e le sue agenzie federali partner, in realtà, non hanno rivisto gli studi di tossicologia pubblicati. Si sono, invece, affidati ad una sintesi fornita loro dalla GTF, composta dalla Monsanto e da un consorzio di aziende chimiche distribuite in tutta Europa, tra cui Syngenta UK e Dow Italia con, in più, una strana impresa proveniente da Taiwan messa in mezzo per buona misura.
Anche se il BfR ha aggiunto commenti qua e là, tutte le valutazioni degli studi tossicologici sono stati condotti dal GTF. La Monsanto e le altre aziende che ci guadagnano dalla vendita degli erbicidi sono addirittura arrivati a dichiarare che il glifosato è di fatto anche più sicuro di prima favorendo l’aumento della Dose Giornaliera Accettabile (DGA). Gli studi condotti dalle industrie hanno comunque riscontrato effetti tossici per esposizioni acute (dose singola), subcroniche (a breve termine) e croniche (a lungo termine) ad un certo dosaggio. Il modo in cui la partita è stata giocata è consistito nel variare la dose e trovare la dose massima alla quale non si sono osservati effetti avversi (NOAL). Il valore della DGA si è ottenuto dividendo [il valore della dose massima] per 100. Da questo trucco è scaturita che il glifosato è una sostanza ‘sicura’.
Le industrie chimiche, in realtà, lo sanno già che il glifosato è tossico e può causare una serie di problemi alla salute umana.
La GTF ha utilizzato un programma ideato da HJ Klimisch e altri scienziati che lavorano per la BASF nel 1997 per valutare l’attendibilità degli studi tossicologici. Il metodo mira a classificare i dati tossicologici in una delle quattro categorie: affidabili senza restrizioni, affidabili con restrizioni, non attendibili e non assegnabili. Tuttavia, l’assegnazione è stata manipolata a favore dell’industria e risulta fortemente dipendente dal giudizio dei tossicologi coinvolti che non può certo superare i pregiudizi umani. Di conseguenza, la Germania, Stato membro relatore (RMS) ha accettato, senza dubbio, quasi tutti i rapporti inediti a lui consegnati dalle aziende chimiche.
Gran parte delle informazioni è oscurata (autore, titolo del rapporto, laboratorio) ma la società promotrice è nominata (Monsanto, Syngenta, ecc) e tutte le relazioni sono contrassegnate da un numero.
Quando i rapporti tossicologici industriali erano discordanti tra loro si è scelto di approvare quelli che hanno segnalato risposte meno gravi di tossicità, relegando gli altri allo stato ‘integrativo’.
Quando gli effetti tossici sono stati significativi rispetto ai loro controlli, hanno usato, invece, “controlli storici” illegali, in modo da farle apparire meno significative. Tra i rapporti pubblicati, con l’eccezione di quelli sulla genotossicità, sono stati usati solo quelli che hanno testato la tossicità del solo glifosato fornito dalla Monsanto al 99% di purezza, nonostante, nella pratica, non venga usato allo stato puro ma sottoforma di formulazioni.
La GTF ha preso tutti gli studi scientificamente riconosciuti e ha proceduto trovando delle giustifcazioni per escludere tutti quelli che non erano d’accordo con gli studi di settore già accettati. Prima hanno fatto fuori tutti gli studi che hanno utilizzato il prodotto reale (Roundup, Rodeo, Lasso, ecc), perché essendo la percentuale di principio attivo e il tipo di tensioattivi utilizzati variabili da prodotto a prodotto, i risultati non possono essere confrontati e risultano quindi inconcludenti.
Hanno, inoltre, ignorato quei lavori scientifici che facevano riferimento ad una dose da loro ritenuta troppo elevata rispetto ai loro livelli definiti “sicuri”, nonostante i loro studi tossicologici abbiano mostrato gli stessi risultati a dosaggi più alti.
Hanno buttato fuori tutti quelli non applicabili ai mammiferi (embrioni di rana, larve di insetti, ecc) o che sono stati somministrati in modo non naturale (iniezione). Si sono fossilizzati sul numero di ratti /topi/cani/cavie utilizzati e su come le analisi sono state misurate e descritte.
Per gli studi umani, il GTF ha sostenuto che non è stato possibile costruire un grafico dose/risposta; l’effetto tossico non può essere rilevato con il solo glifosato, le dosi di applicazione sono state considerate irragionevoli per l’Europa, o sono stati segnalati limiti di qualsiasi tipo. (Per maggiori dettagli consultare la sinossi sulla sezione di tossicologia del RAR preparato da Nancy Swanson).
Il RAR è un lavoro inutile e dovrebbe, per questo, essere respinto a titolo definitivo.
Tutti i dati disponibili e tutti gli studi sulle formulazioni commerciali di erbicidi contenenti glifosato dovrebbero essere presi in considerazione in maniera seria in qualsiasi attività di valutazione del rischio e da una commissione imparziale veramente indipendente e libera da qualsiasi conflitto di interessi.
*Il documento è stato oscurato nel sito dell’Istituto dopo l’11 maggio del 2014, ma è recuperabile in questa pagina del sito dell’EFSA inserendo i propri dati.
[Fonte:The Ecologist]
Commenti recenti