solmacc-progetto
Tra le pratiche proposte e sostenute nell’ambito del progetto Solmacc vi è l’agro-forestazione. Questa in generale è la combinazione di alberi, colture e bestiame in un unico sistema agricolo e contribuisce al sequestro di carbonio nel suolo. Gli alberi in particolare costituiscono una protezione contro l’erosione del suolo e mitigano gli effetti negativi di condizioni climatiche severe. L’agro-forestazione in particolare porta ad un più alto sequestro del carbonio sopra e sotto il suolo, una stabilizzazione dei suoli (mitigazione del cambiamento climatico e di adattamento) e altri benefici per la biodiversità del territorio. Altre ricadute dell’agro-forestazione sono:
– azione frangivento (uno o più filari di alberi piantati in azienda e dove la biomassa ricavata può essere utilizzata per scopi di energetici)
– fasce tampone che diminuiscono il ruscellamento delle acque superficiali

Di seguito riportiamo una breve descrizione relativa a questo aspetto, in due delle quattro aziende che hanno aderito al progetto in Italia. Quello che emerge è che non sempre questa pratica è possibile o incrementabile, i vincoli legati alle caratteristiche del territorio o della superficie aziendale fanno si che nel contesto delle aziende italiane che hanno aderito al progetto, l’agro-forestazione attualmente risulta poco attuata o comunque più difficilmente incrementabile.

Azienda Agricola Fontanabona Paolo
L’azienda è situata in Veneto, a Castel D’Azzano (VR), paese limitrofo a Verona, l’indirizzo aziendale è ortofrutticolo con orticole in serra e pieno campo ed un frutteto di actinidia che delimita superiormente la zona investita dalle serre. La superficie aziendale è di circa 7 ha complessivi. Circa il 7% della superficie totale dell’azienda agricola Fontanabona, è ricoperto da siepi o prati permanenti e in questo 7% ci sono alberi come sicomori, salici, pioppi, frassini e robinia, che vanno dai 13 ai 60 anni di età, questi sono tipici della aree marginali delle aziende agricole della zona. In media questi hanno 5 metri di altezza e diametro 70/80 cm. Ci sono anche alcuni alberi da frutto come pesco, melo, albicocca e ciliegia, in media 3,5 metri di altezza e 60 cm di diametro. Siepi e alberi sono concentrate principalmente in due aree di confine. In questo caso la superficie aziendale è quasi interamente impegnata dalle colture da reddito, per cui implementare l’agro-forestazione risulta di difficile attuazione almeno nel breve periodo.

 

Società Agricola Mannucci Droandi
L’azienda Mannucci Droandi è situata nella frazione denominata Caposelvi (AR), a circa 35 km da Arezzo. La produzione si basa principalmente su olio e vino secondo gli standard dell’agricoltura biologica. L’azienda è situata sulle pendici orientali dei Monti del Chianti, ad un’altitudine di 250 mt. sopra il livello del mare. L’azienda è composta da una grande casa colonica che ospita il centro aziendale e la cantina, diversi campi alternati a boschi di querce e pini. La seconda parte della tenuta, Ceppeto, è costituita da vigneti e oliveti piantati attorno a una grande casa colonica in pietra quadrata, circondata da querce e boschi di castagno. Si trova sul lato ovest dei monti del Chianti a 350 mt. sopra il livello del mare. Per quanto riguarda l’agro-forestazione, in questo caso vi è una ricca biodiversità naturale per merito della presenza di boschi in azienda e vicino ai vigneti. I boschi locali sono costituiti principalmente da rovere, leccio, olmo, cipresso, robinia, pino, che in genere vengono tagliati ogni 20 anni. Da quanto si riscontra in questi due esempi è chiaro che, come detto nella premessa, sicuramente ci sono diverse problematiche legate alla possibile implementazione di questa pratica. L’azienda veneta sicuramente non ha molto margine di scelta, la sua superficie aziendale e le caratteristiche del territorio circostante non permettono l’aumento di fasce boschive e siepi, rispetto a quelle già presenti. L’azienda toscana invece ricade in un territorio che presenta già un elevata agro-forestazione, ma che volendo è ulteriormente migliorabile, magari con la scelta di essenze particolari. Il periodo del progetto di 5 anni è troppo breve per far crescere degli alberi e quindi avere un riscontro a livello concreto delle ricadute effettive nelle aziende, l’obiettivo in questo caso è quello di sensibilizzare gli agricoltori su questo aspetto, mettendo in evidenza i lati positivi di tale pratica, ottimizzare l’uso e la forma delle zone boschive o siepi esistenti (es. il caso dell’azienda Mannucci Droandi) incoraggiare gli agricoltori a piantare nuovi elementi agro-forestali, almeno dove questo è possibile.