Si sono concluse con successo le giornate di seminario del 17 e del 24 ottobre organizzate da AIAB nell’ambito del progetto transnazionale GOOD – Agroecology for Weeds (Agroecologia contro le malerbe), finanziato dal programma Horizon Europe e dedicato alla ricerca di soluzioni agroecologiche per il controllo delle erbe infestanti in agricoltura. Il progetto, che vede coinvolti 17 partner di 11 stati europei distribuiti in 6 differenti regioni pedo-climatiche, con attività di ricerca suddivise in 16 Living Lab, prevede una parte importante delle ricerche sulle colture perenni in clima mediterraneo semi-arido svolgersi proprio nell’area grecanica attraverso la creazione di 4 Living Lab (IT_CITRUS/23 e IT_GRAPES/24) dedicati al controllo delle infestanti nelle colture del bergamotto e della vite, ponendo a confronto i risultati delle prime sperimentazioni ottenuti in ambito sia di regime colturale ‘biologico’ che convenzionale.

 


Coerentemente con lo strumento dei Living Labs, laboratori aperti che promuovono un ambiente di innovazione partecipata, il progetto ha coinvolto attivamente agricoltori, ricercatori e tecnici locali, favorendo la sperimentazione sul campo e lo scambio di conoscenze per sviluppare e testare le soluzioni in agenda. Alla presenza di numerosi imprenditori del settore agrumicolo e vitivinicolo dell’area, riunitisi presso l’Auditorium “Angelina Romano” di Condofuri (RC) e presso l’Azienda Agricola Altomonte di  Palizzi (RC) sono stati illustrati i risultati del primo anno di attività della sperimentazione in campo aperto che ha visto coinvolti, oltre alle aziende campione che si sono offerte di ospitare i lotti sperimentali al loro interno, anche gli accademici del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università degli Studi di Catania, la professoressa Sara Lombardo, responsabile scientifico  delle attività sperimentali volte alla scelta delle colture di copertura più efficaci nella gestione agroecologica delle piante infestanti in bergamotteti e vigneti calabresi, e il dottor Salvatore Alfio Salicola, assegnista di ricerca del progetto GOOD.

 

Sono apparsi significativi i risultati emersi in merito al primo anno di attività sperimentale. Tra le specie utilizzate nei Living Lab, vi sono tre cover crop: Vicia faba L. minor (180 kg/ha), Trifolium alexandrinum (25 kg/ha), Vicia villosa Roth. in miscuglio con Avena sativa L. (25 e 30 kg/ha, rispettivamente). In particolare, nel caso del vigneto in regime ‘biologico’ è emerso un miglior insediamento delle cover crop (evidenziato da una più elevata percentuale di copertura vegetale del terreno e un maggior sviluppo della biomassa epigea prodotta rispetto alla flora infestante) ed un conseguente miglior controllo delle piante infestanti. Di contro, nei bergamotteti in regime ‘biologico’ le cover crop hanno stentato ad insediarsi, atteso che la percentuale di copertura vegetale del terreno da parte delle colture di copertura è risultata inferiore che in regime colturale convenzionale, a causa dell’elevata pressione esercitata dalla flora infestante. Nel complesso, le performance del miscuglio V. villosa Roth. + A. sativa L. sono state le migliori per i parametri presi in considerazione dai ricercatori del Di3A dell’Università di Catania durante i loro regolari monitoraggi delle attività in campo. In particolare, è emerso come il miscuglio V. villosa Roth. + A. sativa L. abbia maggiormente contenuto lo sviluppo della flora infestante, il che è riconducibile a valori per la percentuale di copertura vegetale del terreno, densità (numero di piante per unità di superficie) e biomassa epigea prodotta dalle specie infestanti significativamente inferiori rispetto a quelli riscontrati per le altre cover crop studiate. Di conseguenza, detto miscuglio è stato selezionato per le attività sperimentali avviate già da settembre.

Tra le attività previste per la seconda annualità di Progetto, vi sarà il prelievo di campioni di terreno poco prima della ‘semina’ della cover crop selezionata, prevista entro novembre, in modo da monitorare nel tempo l’evoluzione della fertilità del suolo, grazie alle analisi di laboratorio che saranno effettuate presso i laboratori del Di3A dell’Università di Catania. Successivamente AIAB e il Di3A effettueranno un costante monitoraggio dei 4 Living Lab al fine di valutare l’insediamento della cover crop, inoculata e non con micorrize autoctone e isolate dai terreni delle aziende coinvolte nella sperimentazione dal gruppo della professoressa Alessandra Turrini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa. In due fasi opportunamente selezionate del ciclo, e previo scouting di ciascun campo sperimentale per localizzare le unità di campionamento (escludendo le aree non omogenee e i bordi), verranno valutati gli effetti dei trattamenti esaminati sull’abbondanza e diversità della flora infestante reale. Tali attività verranno reiterate per un biennio per meglio definire gli effetti dei trattamenti di gestione delle infestanti proposti. Da segnalare, la partecipazione dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Reggio Calabria, confermando la collaborazione con AIAB a sottolineare anche l’importanza della formazione degli agronomi/forestali nell’ambito dei progetti europei.