Serve un nuovo piano sementiero per l’agricoltura biologica. È questa la richiesta espressa durante il convegno che AIAB e ANABIO hanno organizzato a Roma in collaborazione con FIRAB e Rete Semi Rurali, il 18 dicembre a Roma all’auditorium Giuseppe Avolio (programma del convegno e relatori a questo link). 

A fronte di una crescita di superfici e operatori superiore al 20%, correlata ad una ancor più consistente crescita della domanda, si registra una forte contrazione nella disponibilità di sementi e di altri materiali di propagazione per l’agricoltura biologica, che continua a dover operare con varietà selezionate per altri modelli agricoli e moltiplicate in modo convenzionale. Solo nel 2016, le autorizzazioni concesse alle richieste di deroga, ai sensi del regolamento CE 889/2008 per l’utilizzo di sementi convenzionali in bio, sono risultate 59.852, a fronte di 63.810 richieste al CREA; cioè il 93,8% del totale. Di queste: il 34,3% per le ortive, il 23,6% per i cereali, il 17,3 per le foraggere, il 10,8% per le specie arboree a cui si aggiunge il 7,2% per la vite. Non a caso gli ultimi dati disponibili attestano che le superfici dedicate alla moltiplicazione di sementi con metodo biologico ha subito una contrazione del 30%.

La richiesta di deroga per le sementi, che il regolamento prevede provenienti da agricoltura biologica, è quindi ampiamente utilizzata dagli operatori italiani, ed è sempre stata oggetto di scontro con gli altri paesi dell’UE. Anche il nuovo regolamento appena approvato che entrerà in vigore tra tre anni, prevede una progressiva riduzione della possibilità di deroga, cioè di uso di sementi provenienti riprodotte in modo convenzionale purché non conciate con prodotti non conformi.
Resta invece al palo la ricerca per il miglioramento genetico varietale per il biologico che invece ha nella selezione partecipata e in quella evolutiva di miscugli di popolazioni, enormi potenzialità espresse solo parzialmente e potenzialità innovative che molte Regioni, nelle misure dedicate nei PSR (16.1 e 16.2) hanno rifiutato.

È necessario recuperare il tempo perso, in quanto anche il “Piano nazionale sulle sementi biologiche” emanato nel 2008 dal Mipaaf e affidato a Ense/Crea, ha prodotto ben pochi risultati mentre invece la crescita dell’agricoltura biologica e biodinamica ha bisogno di essere sostenuta con ricerca partecipata che porti a selezioni migliorate per le specifiche esigenze del settore.
Serve dunque un nuovo piano sementiero nazionale per l’agricoltura biologica.

Ma per AIAB e ANABIO la problematica non è solo la disponibilità quantitativa e qualitativa delle sementi, ma anche con quali obiettivi e metodo di lavoro vengono selezionate e come possono essere distribuite. “A tale riguardo – dice Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB – anche per nostro merito, l’articolo 13 della Proposta di legge Fiorio ‘Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico’ prevede il miglioramento genetico partecipativo, riconoscendo ‘agli agricoltori il diritto di vendita diretta ad altri agricoltori in ambito locale e in quantità limitata secondo quanto previsto dalla Ratifica e esecuzione del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura adottato dalla 31° riunione della Conferenza della FAO a Roma il 3 novembre 2001”.