Il 24 marzo scorso si è svolto al Policlinico Gemelli di Roma il convegno “AlimentAzione è Salute” organizzato da AIAB in collaborazione con Susan G. Komen Italia e il Centro Integrato di Senologia del Policlinico Gemelli, e al quale hanno partecipato l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’ISDE (Medici per l’Ambiente). L’incontro aperto al pubblico ha ribadito con diversi interventi come l’alimentazione di origine biologica possa garantire uno stile di vita sano che può prevenire il sorgere dei tumori.
“Il 38-40 per cento dei tumori in generale e il 30-35 per cento dei tumori al seno può essere prevenuto con corretti stili di vita. Tra questi, un ruolo fondamentale spetta all’alimentazione, che deve prediligere certi prodotti rispetto ad altri e anche certe modalità di produzione, come quella biologica”. Lo ha detto Daniela Terribile responsabile dell’Unità Gestionale delle donne ad alto rischio del Policlinico Gemelli, che ha preso parte all’incontro organizzato da AIAB, lo scorso 25 marzo, al Policlinico Gemelli.
Durante l’incontro si è parlato soprattutto di tumori al seno, ma in generale di tutte le forme tumorali e della relazione tra sviluppo della malattia e alimentazione, riconfermando con medici e addetti ai lavori che “la nostra salute si preserva prima di tutto facendo la spesa”. Questo ormai non è più solo un modo di dire o un semplice suggerimento di buon senso ma un vero e proprio dato scientifico.
Il tumore, insomma, oltre a diagnosticarlo per tempo bisognerebbe evitare di farselo venire. “Assodata la validità della prevenzione secondaria (gli screening diagnostici che scoprono i tumori già in fase si sviluppo) – ha detto Daniela Terribile – che ha ridotto di circa il 30% la mortalità dei malati di cancro, ora si parla sempre di più di prevenzione primaria, cioè di quelle azioni che possono abbassare radicalmente l’incidenza della malattia. L’alimentazione insieme ad altri stili di vita, assume per gli oncologi un ruolo e un’importanza pari alla terapia farmacologica. Certo se noi medici consigliamo di mangiare tanta frutta e verdura ma poi questa è piena di pesticidi, c’è qualcosa che non torna. Per questo è consigliabile fare molta attenzione alla modalità di produzione degli alimenti”.
Tra i dati scientifici in materia citiamo uno studio italiano del 2011 (pubblicato sulla Rivista di Scienza dell’Alimentazione), in cui si dice che in Italia, in un pasto completo, si trovano mediamente dagli 8 ai 13 pesticidi, con punte massime di 91. Come si legge in una pubblicazione dell’ISDE (Medici per l’Ambiente, presenti al convegno con Antonella Litta), “L’EFSA (European Food and Safety Authority), nel 2013, ha pubblicato un rapporto sul monitoraggio dei pesticidi negli alimenti (dati riferiti all’anno 2010), da cui è risultato che l’1,6% dei campioni presenta concentrazioni di alcuni dei 178 pesticidi ricercati superiori al massimo livello consentito. Inoltre, nel 47,7% dei campioni sono stati rintracciati residui di pesticidi entro i limiti legge, mentre nel 26,6% dei campioni è stata rilevata la presenza di miscele contenenti più pesticidi: una quota che negli anni risulta essere in aumento. Nei controlli eseguiti sui prodotti di origine animale sono stati riscontrati residui di pesticidi particolarmente pericolosi in una percentuale significativa di casi. Per esempio, il DDT, il cui impiego in Europa è vietato da oltre 30 anni, risulta presente nel 13,4% dei campioni”.
Uno dei paradossi che emerge è sicuramente quello di essere circondati da sostanze tossiche, utilizzate principalmente per la produzione di cibo. Una situazione che, negli ultimi anni, è senza dubbio peggiorata. “Direi che ce n’è abbastanza per essere preoccupati – ha detto Vincenzo Vizioli – Del resto questi dati non fanno che confermare quello che noi diciamo da sempre: L’agricoltura biologica garantita è l’unico metodo che può spezzare questo circolo vizioso. E, visto che si parla di salute e prevenzione, i nostri medici più fidati sono proprio i produttori e i negozi alimentari dove ci riforniamo quotidianamente. Noi di AIAB, da sempre, promuoviamo il metodo biologico come concezione di vita, perché siamo certi che questa sia l’unica via per salvaguardare la nostra salute e l’ambiente. L’Italia, poi, ha un brutto primato: il consumo per ettaro di pesticidi più alto d’Europa. Non parliamo dunque solo di alimentazione ‘sana’ ma anche di produzione ‘sostenibile, perché dobbiamo sapere che gli inquinanti utilizzati nell’agricoltura e nella zootecnia industriale, li assumiamo non solo dagli alimenti ma ce li ritroviamo in grande quantità nelle acque e nell’aria che respiriamo. Non si può far altro – ha concluso Vizioli – che rafforzare la ricerca agronomica fondata su principi ecologici. Il governo italiano deve farsene una ragione e mettersi in testa che è qui che bisogna investire, non ci sono altre vie, se vogliamo salvarci”.
Il convegno, organizzato da AIAB, in collaborazione con Susan G. Komen Italia e il Centro Integrato di Senologia del Policlinico Gemelli, e al quale partecipano l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’ISDE (Medici per l’Ambiente), si è concluso con un buffet offerto da AIAB e dalle Aziende Biologiche Tre Colli e Agricoltura Nuova con gustose pietanze preparate con prodotti bio del territorio e conformi alle linee guida consigliate dalla medicina preventiva.
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