Giornata Mondiale dell’Ambiente. Per AIAB la risposta vera è nel bio: 32% di CO2 in meno con aumento del 50% del biologico

Roma, 05 giugno 2017 – Secondo dati del 2016 che arrivano da IFOAM EU e FiBL ((FiBL – Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica) se da qui al 2030 ci fosse un incremento in Europa del 50% dell’agricoltura biologica si avrebbe un abbattimento delle emissioni di CO2 del 32%. Sulla stessa scia l’overview scientifica fatta, nel 2015, dal Rodale Institute secondo il quale i sistemi agricoli convenzionali producono il 40% in più di gas-serra mentre i suoli bio hanno una funzione di carbon sink, che è mediamente quantificabile in 0,5 tonnellate per ettaro l’anno. Inoltre, l’agricoltura bio, secondo il report, usa il 45% in meno di energia rispetto a quella convenzionale e fa un uso più efficiente dell’energia.

Nella Giornata mondiale dell’Ambiente, che si è celebrata il 5 giugno, l’AIAB – Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, ricorda che quando si parla di ambiente e di cambiamenti climatici, non bisogna mai distogliere l’attenzione dai metodi produttivi. L’agricoltura intensiva ha giocato nei decenni passati un ruolo determinante sul clima e sull’ambiente e da lì bisogna partire se si vuole davvero cambiare qualcosa”.

“Non si scappa – dice Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB – il modello biologico è l’unico modello agricolo in grado di salvare questo pianeta dai cambiamenti climatici. E’ la biodiversità, cuore dell’agricoltura biologica, l’elemento di vero contrasto ai cambiamenti climatici. Non possiamo più aspettare. E’ giunta l’ora di cambiare passo. L’Italia, paese leader del settore, deve avere il coraggio di spingere il cuore oltre l’ostacolo e assicurare al bio il giusto sostegno in termini economici, di ricerca e di sicurezza. Il cambiamento planetario potrebbe partire dal nostro Paese, se la politica lo volesse davvero. Trump o non Trump…”.
(da comunicato stampa AIAB)