Troppo timidi i passi avanti della Coop 28 di Dubai

Si è da poco conclusa la Cop28 di Dubai. I 152 Paesi, oltre ad approvare all›unanimità il documento che chiede una “transizione” verso l’abbandono dei combustibili fossili, e ad impegnarsi per ridurre le emissioni globali del 43% entro il 2030, hanno dato forte risalto alla produzione di cibo.
Del resto non poteva che essere così considerati i dati preoccupanti dell’ultimo rapporto SOFI che dicono che le persone che soffrono la fame nel mondo continuano inesorabilmente ad aumentare e sono arrivate a sfiorare gli 830 milioni.
Se a questi dati si aggiungono le stime di crescita della popolazione che parlano di 9,1 miliardi nel 2050, circa il 34% in più rispetto a oggi, è facile capire quanto il problema di sfamare l’umanità in modo sano (Secondo i dati dell’Oms, l’obesità colpisce 800 milioni di persone nel mondo, di cui circa 340 milioni sono bambini), tenendo conto della sostenibilità ambientale e contrastando il riscaldamento globale, sia difficile soluzione.

Sotto i riflettori di Dubai sono così finiti gli impatti dei settori agroalimentari e il ruolo chiave che questi possono avere per la resilienza climatica.

E’ stata infatti firmata dagli Stati presenti la Dichiarazione “Agricoltura Sostenibile, Sistemi Alimentari Resilienti e Azione per il Clima”, con l’obiettivo di adattare e trasformare i sistemi alimentari per rispondere ai cambiamenti climatici e contribuire alla riduzione delle emissioni globali, nonché concorrere alla lotta globale contro la fame.
Una dichiarazione che segna senz’altro un passo in avanti ma che rimane vaga, non quantifica e non concretezza. E non cita il metodo biologico come determinante e centrale nella transizione in quanto protagononista nel contrasto ai cambiamenti climatici.

Pochi giorni prima del Summit mondiale a Dubai AIAB è stata audita in Senato, dalla 9 Commissione permanente Industria, commercio, turismo e produzione agroalimentare che ha svolto un’indagine conoscitiva sugli effetti del cambiamento climatico in agricoltura. Al centro della relazione le politiche per il suolo, l’agrobiodiversità, l’innovazione e la ricerca, gli allevamenti estensivi e una decisa presa di distanza dalle NGT che la maggior parte degli altri auditi ha invece messo in prima fila come misura di adattamento al cambiamento climatico.

Qui il testo della relazione presentata da AIAB in Senato