Coltiviamo la diversità è il tema dell’appuntamento del progetto GRAFIS, Grani per filiere innovative sostenibili, di sabato 7 ottobre a Marano Vicentino. La ricerca partecipativa e i miscugli come strumento per rinnovare la biodiversità coltivata sono il tema dell’incontro in cui interviene anche Salvatore Ceccarelli, genetista di fama mondiale che da oltre 30 anni lavora con gli agricoltori per promuovere l’uso della biodiversità in molti paesi (Africa, Asia e in Europa). Ceccarelli alla Festa del Mais Marano incontrerà gli agricoltori biologici, i partecipanti al progetto GRAFIS e i cittadini/consumatori per parlare di selezione partecipativa e rendere tutti più partecipi dei risultati della ricerca che da anni sta portando avanti.

AIAB nel 2016 aveva lanciato la campagna “ColtiviAMO BIOdiversità – bene comune”. Una manciata di semi può salvare il mondo. Una occasione di confronto, scambio di esperienze, condivisione e avvicinamento alla tematica trattata nell’intervista con il presidente Vincenzo Vizioli e a Salvatore Ceccarelli.

L’intervento del 7 ottobre verrà introdotto da Giandomenico Cortiana, presidente A.Ve.Pro.Bi. – Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici, e Alba Pietromarchi, ricercatrice della Fondazione di ricerca FIRAB, che insieme presentano il progetto GRAFIS, Grani per filiere innovative sostenibili. 

FIRAB, in particolare, presenterà i dati che invitano a comprendere e fare il BIOLOGICO.
E perché è IL BIOLOGICO che permette di coltivare la biodiversità!
Il progetto GRAFIS, che si propone di animare una partnership rappresentativa di attori veneti del sistema agricolo biologico e delle produzioni locali, vuole ragionare sulla fattibilità della filiera innovativa nel quadro di un processo partecipativo, al fine di valutare l’opportunità della creazione e del sostegno ad una specifica filiera cerealicola biologica a livello regionale.

Il lavoro di Salvatore Ceccarelli risulta essere d’importanza fondamentale in termini di “Coltiviamo la diversità?” in quanto il sistema agroalimentare, dal quale proviene la maggior parte del cibo, poggia su basi insostenibili da tempo e nel tempo: impoverimento degli agricoltori, uso di sostanze chimiche di sintesi, riduzione del patrimonio genetico di piante e animali (delle 50mila specie vegetali commestibili esistenti, ne mangiamo solo 250…).

“Bisogna riportare il controllo dei semi nelle mani degli agricoltori”, dice Salvatore Ceccarelli. “L’omologazione dei semi e la loro appartenenza a poche multinazionali è uno dei maggiori attentati alla salute del pianeta e delle persone. Anche perché molte multinazionali che hanno il monopolio sui semi detengono anche il monopolio sui pesticidi. La ricerca ha cominciato a vedere, ad esempio, che l’aumento della frequenza di molte intolleranze, ma anche di malattie come il diabete e vari tipi di tumori, è associata alla crescente uniformità del cibo”.

Non solo. E’ dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità dei sistemi ai disastri naturali, diminuisce il livello della salute all’interno delle comunità, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse alimentari e idriche, impoverisce le tradizioni culturali.

La biodiversità dunque è un bene comune e come tale va custodita, coltivata e tutelata attraverso le pratiche agronomiche proprie dell’agricoltura biologica e biodinamica e lavorando sui semi del futuro.

Partners del progetto GRAFIS, oltre a FIRAB, sono infatti aziende biologiche e organizzazioni di promozione del bio e delle sementi locali come A.Ve.Pro.Bi. – Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici (capofila), Antico Molino Rosso, Diversamente Bio, Agricola San Bonifacio, Società Agricola Valdoneghe e Rete Semi Rurali.
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