Se ne parla in un incontro organizzato il 15 aprile da AIAB FVG a Santa Maria la Longa (UD)

Se è vero che l’agro-alimentare è responsabile di circa il 30% delle emissioni climalteranti, è altrettanto vero che l’agricoltura è la prima vittima del cambiamento climatico, nonché il primo settore di attività a percepire nella sua concretezza e immanenza.
È un fatto che proprio gli agricoltori preparati, coscienti e lungimiranti, hanno iniziato a sperimentare, scegliere e mettere in atto pratiche in grado di contenere l’effetto del cambiamento climatico e cercare di rendere l’agricoltura e la produzione di cibo più resiliente. I produttori biologici continuano ad aprire strade e a farsi carico di trovare soluzioni per coloro che seguiranno. Questa volta però gli agricoltori bio da soli non ce la possono fare, hanno bisogno che anche i cittadini, i consumatori e (magari!) i decisori politici facciano la propria parte per affrontare con qualche possibilità, non di vincere, ma di pareggiare quella partita epocale che il cambiamento climatico ci chiama a giocare.

Di come sia tutto molto concreto e di quanta consapevolezza, ma, soprattutto, immediata azione siano necessarie, è attestato anche dal recente report di sintesi dell’IPCC (il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici). Il report, pubblicato a marzo 2023, sottolinea come l’innalzamento della temperatura media di 1,5°C sia pressochè ormai inevitabile, ma per non arrivare ai 2°C di aumento ci sia solo lo spazio di un decennio per ridurre drasticamente le emissioni. Dati alla mano, l’agricoltura può però anche essere una fondamentale chiave di soluzione. Per diventarlo devono essere messe in atto da subito le pratiche agroecologiche che hanno dimostrato di ridurre le emissioni climalteranti e di poter adattare la produzione agricola ad un clima di cui non sappiamo prevedere le evoluzioni.

Nell’incontro del 15 aprile a Santa Maria La Longa, presso la Comunità la Viarte, i fatti che la scienza ci impone di considerare, verranno presentati da Filippo Giorgi, climatologo, direttore della sezione di Scienze della Terra del Abdus Salam ICTP di Trieste e già componente, dal 2002 al 2008, dell’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC), organizzazione che ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2007.

Come l’agricoltura regionale affronta il cambiamento climatico verrà illustrato da alcuni agricoltori (Andrea Pitton, Stefano Bortolussi e Oliviero Visintini), apicoltori (Alessandro Bino), allevatori biologici (Romeo Minisini) ed operatori del settore dell’acquacoltura (Mauro Pighin), che porteranno le proprie esperienze e dialogheranno con il pubblico allo scopo di trovare vie comuni per evitare il salto climatico nel buio, ma provare a gestire l’inevitabile (adattamento) ed evitare l’ingestibile (mitigazione).

L’incontro è organizzato da AIAB FVG assieme alla Comunità Laudato Si ed Extintion Rebellion Udine.
Partecipazione libera e gratuita.

A questo link la locandina con il programma dettagliato