Il sistema dei controlli nel settore agroalimentare in Italia funziona e lo ha dimostrato anche in questo periodo di emergenza. E questa è la buona notizia. Quella meno buona è che si poteva fare senz’altro di più, perlomeno per il settore del biologico.
La pubblicazione del Report sui controlli nella filiera agroalimentare nei 4 mesi dell’emergenza Covid-19 ha mostrato numeri importanti: “29.169 controlli antifrode sulla filiera agroalimentare – ci dice il Mipaaf –  di cui 3.285 ispezioni direttamente presso gli stabilimenti di produzione, con particolare attenzione ai prodotti di qualità DOP, IGP, biologico, settore oleario e vitivinicolo”. Per quello che riguarda il biologico il settore si è rinforzato con l’entrata dal 1° febbraio, di  “2.068 nuovi operatori per una superfice pari a 71.921 ettari”.
“Nonostante questi dati  – dice Antonio Corbari, presidente di AIAB –  non abbiamo però rilevato da parte delle autorità competenti per il settore controlli,  quella flessibilità operativa, riscontrata in altri settori, che sarebbe stata opportuna e che, senza rinunciare al rigore del sistema, poteva tradursi in soluzioni innovative e professionali per consentire da remoto  lo svolgimento delle attività ispettive e di controllo evitando di doverle rinviare”.
Ad esempio la verifica off-site proposta da AIAB e che prevedeva una verifica documentale da parte dell’Organismo di controllo nei confronti dell’azienda.  Non si tratta certo di lassismo o superficialità ma semplicemente una risposta al fatto che i tecnici spesso non sono potuti andare nelle aziende agricole diffuse sul territorio. “A riprova di questo – dice Corbari –  la nostra richiesta prevedeva che i controlli fossero sempre eseguiti da parte terza escludendo qualsiasi ricorso all’autocertificazione”.
Le condizioni di straordinaria necessità, inoltre, dovrebbero imporre, in via eccezionale, una revisione per il 2020 dei termini per gli adempimenti previsti dal Decreto Legislativo 20/2018, evitando rischi di sanzioni sproporzionate in un periodo in cui le aziende non  hanno operato a regime.
Allo stesso modo bisognerebbe comportarsi relativamente al DM 20 dicembre 2013 sulle non conformità più lievi, tenuto conto del forte rallentamento delle attività operative dei CAA e degli uffici di assistenza tecnica e amministrativa alle imprese.
“Ci auguriamo – conclude Corbari – che la Ministra Bellanova, che ha sottolineato l’importanza strategica del settore dei controlli, prenda in considerazione i nostri suggerimenti finalizzati alla semplificazione del sistema”.